Viaggio in moto in Marocco, Aprile 2014.

Report del viaggio in moto in Marocco dal 14 aprile al 3 maggio 2014.

Massimo e Flavia in Marocco
Massimo e Flavia in Marocco

Il nostro Marocco.

Ciao a tutti, dopo l’esperienza Tunisina dello scorso anno in Africa, mi ero ripromesso di tornarci con Flavia per visitare il Marocco.Visto che il TEAMGSBIKERS non ha programmi in proposito per quest’anno, dopo aver consultato i siti di vari Tour Operator , la scelta finale è stata: “ andiamo per conto nostro”!

Così sbirciando per la moltitudine di siti, e leggendo i report di persone che hanno
vissuto questa fantastica esperienza in moto e non, abbiamo fatto un programma
dei luoghi da visitare, e delle strade da percorrere, cercando di ottimizzare
al massimo il tempo a nostra disposizione. E durante questa ricerca mi sono imbattuto in un sito che non conoscevo
si chiama http://www.bambinineldeserto.org/.

Si tratta di un’organizzazione umanitaria i cui obiettivi sono la lotta alla desertificazione, e l’autonomia alimentare nel Sahara e nel Sahel. Ho contattato i responsabili del team BnD Biker, manifestando la volontà di
poter partecipare in qualche modo con un aiuto concreto . Mi hanno risposto immediatamente, comunicandomi l’indirizzo di un villaggio sperduto ai confini dell’Algeria nelle dune dell’Erg Chebby, nei pressi di Merzouga,
dove i maestri di una scuola elementare Paloma e Salem essendo già stati informati del nostro viaggio ci aspettano .

Porterò loro materiale didattico.
Per loro , una penna, una scatola di pastelli, un album da colorare , un quaderno,
sono beni preziosi, quasi introvabili. Sono 2 pacchi da 10 kg. cadauno.

IL PROGRAMMA

Partenza il 17 aprile, ritorno il 4 maggio 2014 . Tenendo conto del tempo di trasferimento, di quattro giorni tra andata e ritorno da Ceuta, il tempo del tour Marocchino è di 13 giorni pieni. Premetto che non ho fatto alcuna prenotazione, ne  della nave Civitavecchia – Barcellona , ne degli alberghi dove alloggeremo la sera, perché il programma di massima che abbiamo potrebbe essere soggetto a variazioni date dalla meteorologia, dalla stanchezza, dal fatto che possiamo cambiare itinerario in qualsiasi momento senza limitazione alcuna.

Programma di viaggio:

Giovedì 17 aprile: ore 22:00 imbarco da Civitavecchia per Barcellona.
Venerdì 18: Arrivo a Barcellona ore 18:00 circa e proseguo direzione Valencia. Albergo. Km. 300

Sabato 19: Partenza di buon mattino per Algeciras , arrivo ore 20:00,
imbarco con traghetto, ore 22:00 a Ceuta. Albergo. Km. 900

Domenica 20: Panoramica del Rif. Da Ceuta, Tetouan, Chefchaouen, ketama, Targuist,Taounate, Fes. Albergo. Km. 430

Lunedì 21: Da Fes, Ifrane, Azrou, strada turistica “ valle dei cedri”,pista sterrata parco nazionale“ aguelma egigza “, pista cirque du jaffar, Midelt. Albergo.
km. 400

Martedì 22 : Da Midelt, Rich, gole du zirz, Errachida, Erfound, pista sterrata R 702 direzione Merzouga. km 370. Parcheggio moto in Hotel e tramite dromedario , con circa un’ora raggiungere l’accampamento berbero nel pieno dell’ERG CHEBBI,dove assistere al tramonto e cenare e dormire in tenda.

Mercoledì 23: Giornata interamente dedicata alla consegna del materiale didattico
ai bambini del villaggio ad Hassi Labiad. Km 10.

Giovedì 24: Partenza per Tinerhir, gole du Todra, pista sterrata R 704 Gole du Dades, Boumalne Dades. Albergo Km 350.

. Venerdì 25 : Boumalne Dades, kelaat m’ Gouna, fare il giro della “ valle delle rose”,Ouarzazate, Ait-Benhaoud, valle delle meraviglie, pista sterrata P 1506 Telouet,passo Tizi-n- Tichkla , Ait Ourir. Albergo. Km. 250.

Sabato 26 :Ait Ourir, Tananaoute, Asni, passo Tizi-n- Test, Taroudant, Agadir.
Albergo km 250.

Domenica 27: Agadir, Essaouira, Marrakech.Albergo.km. 350.
Lunedì 28: Marrakech. Albergo km. 0.

Martedì 29: Marrakech, cascate di Ouzoud, diga di Bin el Ouidane, Casablanca.
Albergo. km. 400.

Mercoledì 30: Casablanca, Asilah . Albergo km. 300.

Giovedì 1 Maggio : Giornata di mare ad Asilah , la sera imbarco da Ceuta per la Spagna, Algeciras. Albergo . km. 100 .

Venerdì 2 maggio Algeciras, Almeria, visita ai villaggi Western, proseguo per Alicante. Albergo. km. 650

Sabato 3 maggio : Alicante Barcellona km 550, ore 22:00 imbarco per Civitavecchia.

Domenica 4 maggio : Ore 20: 00 arrivo a casa. km. 120

Chilometri totali in moto circa 6.000.

Questo è il programma che abbiamo fatto seduti davanti al pc. Quello che effettivamente svolgeremo, cercheremo di trasmetterlo a voi tramite piccoli report e foto quotidiane. Ho inserito volutamente dei percorsi in piste sterrate dal fondo duro e compatto, niente piste sabbiose vista la mole della moto con passeggera e valigie. Per la moto, oltre al classico tagliando, al kit antiforatura e qualche attrezzo di base , non prevedo nulla di particolare. Per la gommatura ho optato perle Heidenau k60 scout. Ho invece previsto di fare un’assicurazione Europassistance per la durata del viaggio, che mi copre in caso di guasto moto, incidenti, infortuni ecc. ecc. , oltre a quella che dovrò fare alla frontiera come complemento alla R.C. italiana. Come linea guida userò la carta stradale Michelin 742. Per il pernottamento, partirò da casa con una lista di alberghi “consigliati”, poi si vedrà sul momento. Sul navigatore Tom Tom rider, caricherò la carta stradale del Marocco, indispensabile per districarsi nelle grandi città, e trovare gli alberghi velocemente.

Il giorno della partenza con il nostro nipotino.

Primo giorno, giovedì 17 aprile.

La nave salpa in direzione Barcellona, da Civitavecchia alle ore 22:00. Alle venti siamo già al porto, devo acquistare il biglietto. Una cena frugale e imbarco immediato. Sulla nave incontro il mio istruttore di delta e parapendio, con il quale nel 1990 mi sono brevettato, e abbiamo fatto parecchi voli insieme. Erano venti anni che non ci vedevamo, e le cose da raccontare erano tante. Anche lui appassionato di moto, faceva un viaggio nella Spagna centrale con la moglie.

 

Secondo giorno, venerdì 18 aprile.

Giornata passata sulla nave. Alle diciotto sbarchiamo a Barcellona, e subito prendiamo direzione Valencia, vogliamo percorrere una parte dei 1170 km che ci separano da Algeciras, il porto di imbarco per il Marocco. Inizia a fare buio e ci fermiamo a Port de Sagunt, dopo 300 km circa. Troviamo subito un albergo e un ristorantino.

 

Terzo giorno, sabato 19 aprile.

Giornata soleggiata, temperature sui 24-28 gradi.

Percorriamo tutta la strada costiera spagnola, Valencia, Benidorm, Alicante, Cartagena, Almeria, Malaga e dopo 800 km alle 17:00 siamo al porto di Algeciras. Quaranta minuti e il  traghetto  ci sbarca a Ceuta, enclave spagnola in Marocco. Alla frontiera inizia la tiritera con i poliziotti marocchini. Aspetta qua, vai di la, vai in quell’altro ufficio, torna con il timbro…. Finché non si presenta un tizio che parlava italiano e si proponeva con venti euro di velocizzare la pratica di ingresso. Accetto e infatti ci fa saltare la fila, e ci porta davanti all’ultimo cancello. Dopo aver parlato con il poliziotto di turno ci fa aprire la sbarra e siamo “liberi”. Nel piazzale successivo ci sono una fila di baracche. Sono le casette delle agenzie assicurative. In Marocco la nostra assicurazione non vale, bisogna integrarla con una polizza locale. Bussiamo ad una di esse e ci apre un tizio che ci propone una polizza per un mese al costo di novanta euro. Accettiamo. Siamo a posto. Percorriamo una ventina di km di lungomare e avvistiamo un albergo a otto piani. E’ della catena Ibis, il nostro preferito. Chiedo e hanno una camera con colazione a 60 euro. O.k.

Ceuta.

Chefchaouen.

Quarto giorno, domenica 20 aprile.

Giornata a tratti nuvolosa. Temperatura 24 gradi.

La destinazione di oggi è Fes, una delle quattro città imperiali Marocchine. Percorriamo la strada panoramica del Rif, che da Ceuta passa per Tetouan, poi Chefchaouen, Issaguem con arrivo a Fes.  Intanto ci siamo resi conto di come guidano qui. Siamo incappati in un incidente mortale tra un furgone e un’automobile, e poco dopo tra moto e auto. Un francese su adv, ma sembra nulla di grave. La moto da carro attrezzi. La strada 350 km di curve, asfalto tipo vetro, Flavia che ogni curva mi diceva attento qua, attento la……… Comunque tutto bene. Arrivati a Fes mi fermo e inizio a cercare un albergo con il navigatore, opto per il solito Ibis, alle 20:00 siamo sotto la doccia. Pranzato con due arance, la cena invece con un pacco di biscotti.

Strada per Fes.

Una delle porte di Fes.

Quinto giorno, lunedì 21 aprile.

Giornata soleggiata.

Oggi giornata turistica. Niente moto. Siamo a Fes, e iniziamo con il trovare una guida ufficiale che parla italiano per farci accompagnare nella medina, dove ogni guida turistica la descrive come un luogo poco sicuro, e dove ci si perde con facilità. Trovata la guida 3 ore in giro all’interno di questa città nella città. Ci porta alla fine alla conceria. Una cosa assurda. Una puzza di guado di piccione nauseante, ma la cosa che ti fa inorridire, sta nel vedere questi uomini che stanno all’interno delle vasche dove si preparano e colorano le pelli a contatto con questi prodotti chimici. Durante la visita ci siamo resi conto che di pericoloso non c’è nulla. Infatti appena la guida ci ha lasciato ci siamo addentrati da soli percorrendo vicoli prima inesplorati, e trovando la via di uscita delle varie porte agevolmente. Da visitare assolutamente.

La conceria.

Interno della medina.

Sesto giorno, martedì 22 aprile.

Stamane a Fes è nuvoloso e ci prepariamo molto coperti dato che si sale. Infatti nei pressi di Ifrane, una cittadina costruita dai francesi sullo stile di s. Moritz la temperatura scende fino a tre gradi, pioviggina. Indossiamo l’antipioggia, ma tutto dura una trentina di km. Ci affrettiamo a scendere e trovato un bar ci gustiamo un caldissimo tè alla menta. Stendo la cartina sul tavolo e pianifico l’itinerario per arrivare a Midelt, non per la strada nazionale, ma attraverso stradine nei magnifici boschi di cedri e conifere.Il sole torna a splendere, e la temperatura torna a livelli di 24-28 gradi. La strada sembra mezza asfaltata il navigatore mi dice 70 km…..vado, ma poco dopo inizia lo sterrato con parecchi punti fangosi. 3 ore per fare 60 km, panorami e posti incantevoli. Flavia spesso scende ed io fatico non poco a passare. C’éra stato un temporale nei giorni scorsi e in parecchi tratti, dei piccoli smottamenti del terreno creavano non poco disagio. Durante il percorso abbiamo incontrato 3-4 piccoli villaggi composti da 4 case in paglia e fango. Sembravano disabitate ma al nostro arrivo sulla strada appariva sempre qualche bambino che si sbracciava per salutarci. Io mi fermavo sempre. Non potete immaginare che tenerezza …..I loro occhi luccicanti …..tendevano la mano…..facevano vedere che erano senza scarpe e con i vestiti stracciati. Noi regalavamo a loro caramelle, erano contentissimi….Abbiamo trovato sempre persone dignitose quando ci fermavamo sempre qualcuno ci veniva incontro per sapere se avevamo bisogno di aiuto. Un lavoratore della strada si prodiga con un misto di berbero e francese a indicarci la strada….alla fine si inginocchia e ci disegna il bivio sullo sterrato….mentre ci allontanavamo continuava a ripetere a destra…a destra. Tornati sulla nazionale al benzinaio, ci accorgiamo che la giacca antipioggia di Flavia l’abbiamo persa. Percorriamo qualche km e arriviamo a Midelt. Usciamo dalla città e a lato della strada notiamo un resort stile arabo. Ci danno una camera spaziosa e la cena “marocchina”. La moto ce la fanno mettere dentro all’ingresso. In tutto paghiamo colazione compresa 60 euro.

Bambina del villaggio che ci salutava.

La strada !

Nel ruscello.

Settimo giorno, mercoledì 23 aprile.

Giornata bellissima, temperatura sui 30 gradi.

Proseguo del viaggio direzione Merzouga. Strade meravigliose. Ci sono da fare 250 km circa. Percorriamo la N.13, fino ad incontrare “il tunnel del legionario”. Trattasi di un tunnel scavato nella roccia dai legionari francesi nel 1930.  Esso delimita l’ingresso alle gole dello Ziz. Il canyon, lungo 80 km, si snoda tra le colline. Ci fermiamo a Erfound, grande città. Notiamo un supermercato stile europeo e visto l’ora acquistiamo panini e frutta per il pranzo. Invece di proseguire per la nazionale vado a cercare la strada sterrata r 702. Una cosa allucinante, circa 40 km di pista dal fondo durissimo, e scalettata. Le vibrazioni alla moto erano tante che pensavo di arrivare con la moto smontata. Ogni 10 km ci fermavamo a controllare se tutto era ok.

A Merzouga c’è l’Erg Chebby. Si tratta di una formazione sabbiosa con dune alte fino a 150 metri che si protrae per una ventina di km. Telefono a Paloma, una ragazza slovena di 32 anni, che parla cinque lingue compreso l’arabo, la quale si occupa di recapitare nei vari villaggi i generi che arrivano dall’Europa. Lei mi dà l’indirizzo di un resort nel quale aspettarla, e dove possiamo dormire, ai margini del deserto. Il caldo si fa sentire, siamo a 35 gradi, e dopo il disbrigo delle formalità ci immergiamo nella piscina del resort. Arriva Paloma ci dice di lasciare la moto nel resort e seguirla. Sono arrivati dall’Italia delle persone con un camion, per conto dell’organizzazione “bambini nel deserto”, la stessa con cui avevo preso i contatti io. Una pura casualità.  Portano generi di prima necessità, (zucchero, farina, riso, scatolame vario), prodotti medicinali da banco (garze, disinfettanti, forbici, cerotti, ecc. ecc.) e dei giochi per un parco che devono allestire nei pressi della scuola. Con loro anche delle persone che viaggiano per piacere su fuoristrada. Siamo diretto ad Hassi Labiad, un piccolo villaggio a una decina di km dal resort. Noi desiderosi di lasciare il nostro piccolo contributo di materiale didattico alla scuola li seguiamo. La strada sterrata compatta ad un certo punto diventa sabbiosa. La moto diventa inguidabile e dico a Paloma se Flavia può sedersi in un fuoristrada. Proseguo da solo ma per due volte cado a velocità ridottissima. Arrivo comunque al villaggio e ci rechiamo nella scuola dove lascio tutto il materiale alla maestra. I bambini contentissimi nel vedere tutti gli album colorati, le matite, i quaderni. Con i ragazzi dell’associazione scarichiamo i giochi dal camion e iniziamo a scavare le buche nel piazzale antistante la scuola, per posizionare i giochi. Un ‘altalena, un asse a dondolo, un girandola. I bambini tutti gioiosi e contenti. Ad un certo punto arrivano i genitori a prelevare i bambini da scuola e si associano alla festa improvvisata. Si è fatto buio, dobbiamo tornare al resort. Mi affianco al fuoristrada di Paloma che mi fa luce nella pista desertica, e che comunque mi indica la strada. Ad un certo punto ci perdiamo il camion che avevamo dietro. Paloma si ferma e mi fa: aspettami qui non ti muovere vado a vedere cosa è successo e torno. Sono le nove di sera e qui ve lo assicuro buio pesto. Solo le stelle che brillano in cielo si possono vedere. Aspetto, aspetto, e dopo due ore vedo delle luci. Erano loro. Si era rotto un tubo del gasolio al camion e riparato al volo, alle ventitré siamo al resort. Giornata davvero emozionante. Svuoti le valigie, ma torni a casa con bagaglio culturale arricchito e nella mente impressi i sorrisi di questa gente. Andiamo a cena in un villaggio poco distante dal resort, una specie di ristorante, dove gustiamo pietanze esclusivamente locali! Dopo cena abbiamo assistito a una danza caratteristica berbera, attorno ad un grande falò acceso.  Tipico spettacolo per turisti!

Sulla sterrata per Merzouga.

Le dune del deserto.

Nella scuola del villaggio.

Ottavo giorno, giovedì 24 aprile.

Oggi sempre con Paloma e i ragazzi dell’associazione facciamo il giro dell’Erg, per portare altri prodotti ai piccoli villaggi e accampamenti berberi. Riesco a trovare due posti in un fuoristrada, e iniziamo il giro. Ci fermiamo in una tenda di un accampamento nel deserto. Qui abita una signora, tre galline, una capra grande, due capretti, un asinello. L’acqua è in un pozzo collettivo a 1 km di distanza. Il marito l’ha lasciata li sola con 3 figli. Stava cuocendo in un fornetto di pietra con un fuoco fatto di cespugli, delle pizzette per i figli, e quando siamo arrivati non ha esitato un attimo a offrirle a noi con del thè alla menta. Le abbiamo lasciato farina, zucchero, thè, ed altri generi alimentari non deperibili. Abbiamo fatto un giro nei vari villaggi, e tutte storie di miseria. Tornati nel pomeriggio, prenotiamo un tour nel deserto tramite dromedari per arrivare ad un’oasi e passare lì la notte. Ci accompagnava un berbero con due dromedari, uno per me l’altro per Flavia. Percorsi i primi 500 metri in groppa al dromedario, dico all guida di farci scendere. Noi abituati alla sella comoda della moto, sembra che ad ogni passo dell’animale dovevamo cadere giù. Ci siamo fatti circa due ora a piedi. In prossimità dell’oasi c’éra una duna altissima, e decidiamo di scalarla per vedere il tramonto. Sara stata alta centocinquanta metri, e arrivati in cima non senza qualche difficoltà, il panorama ci ha ripagati dello sforzo. Per scendere abbiamo sfrutta la forza di gravità e scivolando sulla sabbia a poco a poco siamo arrivati giù. Nell’oasi ci hanno fatto accomodare nella nostra tenda e poi ci hanno invitato ad una cena caratteristica con prodotti locali e canti e balli in rigoroso stile “berbero”. Chiudiamo la serata a guardare il cielo limpido privo di luci artificiali.

La scuola nel villaggio.

I mezzi dell’associazione.

la “casa” in mezzo al deserto.

Il villaggio di Hassi labiad.

Nono giorno, venerdì 25 aprile.

Giornata soleggiata e calda.

Stamattina sveglia presto per ammirare l’alba sempre dalla cima della duna. Ci arrampichiamo appena in tempo a vedere lo spettacolo. Alla discesa ci aspetta una ricca colazione e la guida che ci porta indietro. Noi decliniamo l’offerta e ce la facciamo a piedi fino al resort. Riprendiamo la moto e ci prepariamo ad affrontare il percorso che ci porterà a visitare “le gole del Todra e del Dades”. Torniamo indietro e al bivio giriamo a sinistra per Alnif, proseguiamo per Tinghir e da qui inizia il percorso delle due strade la r703 e la r704 quasi tutto sterrato ad anello che passa prima per le gole del Todra e in finale del Dades. Almeno 60 km di pista di montagna semidesertica. Nel tragitto abbiamo incontrato solamente due pastorelli che pascolavano il gregge. Ci hanno chiesto una bottiglia di acqua. Completato il giro delle gole arriviamo a Boumalne Dades. E’ tardi, quasi buio e ci apprestiamo a trovare un resort per dormire. Lo troviamo subito, e il ragazzo all’esterno ci dice che ci guarda la moto per tutta la notte. Noi totalmente impolverati, in camera dobbiamo lavare sia gli zainetti, sia le tute. La cena sempre alla marocchina “tajine”. Si tratta di un vaso di coccio con dentro non sai mai cosa. Stufato di carne, riso, polpette di pollo, agnello con tanti di quegli aromi che solo se hai fame lo mangi e sembra buono! Bellissima giornata, anche tragicomica, per via della rottura del parafango posteriore della moto, e del meccanico in un villaggio che ce l’ha riparato. Non posso trascrivere tutta la scena, bisognava viverla. Le risate non sono mancate. Intorno a noi una moltitudine di ragazzi. Ognuno diceva la sua. Io guidavo le operazioni, ma dovevate stare lì, tra berbero, inglese, francese, spagnolo, italiano…..il soprannome del meccanico era cica cica. Che ridere. Alla fine l’appiccicatura che ha fatto è durata 2 km di sterrato.

Le dune.

Noi con i dromedari.

Dal meccanico!

La strada delle gole.

Decimo giorno, sabato 26 aprile.

Usciamo dal resort e subito il parcheggiatore ci fa capire che la moto è a posto perché lui è stato tutta la notte a fare la guardia. Gli regalo cinque euro, faceva salti di gioia. Riprendiamo il viaggio tramite strada N.10 attraversando la valle delle rose. Questo è il periodo della raccolta e vediamo attorno ai cespugli tantissime persone intente a raccogliere con delicatezza i petali delle rose. Proseguiamo per Ouarzazate e giriamo in direzione Marrakech, ma dopo pochi km un cartello ci dà l’indicazione per il sito di Ait-Ben Hoddou. Si tratta di una città fortificata costruita con fango e paglia intorno al 1700. E’ stata scelta come sito per girare moltissimi film. Lasciamo la moto sulla strada, e guadiamo il fiume (in secca) per arrivare al sito. Il turismo di massa qui è esagerato. All’interno tantissimi negozi e botteghe di artigiani. Tutti vogliono venderti qualcosa. Proseguiamo per questa strada, la P 1506 che è quasi tutta sterrata, ma ci sono lavori in corso per asfaltarla. Arriviamo al passo Col-Du-Tichka a quota 2260 mt. La temperatura si attesta sui 20 gradi. Riprendendo la N.9 che dopo una serie interminabile di curve, ci porta a Marrakech.  Mentre imposto il navigatore per dargli l’indirizzo dell’hotel si avvicina un ragazzo in motorino proponendo di accompagnarci. Io gli faccio notare che ho il navigatore e lui continua a farfugliare. Parto, dopo 10 minuti mi trovo nella giungla di stradine, un caos indescrivibile, la strada a poco a poco è diventata strettissima che la moto non passava più. Sono costretto a fermarmi. Un traffico di carretti, motorini e persone. Mi si parano davanti vari ragazzi uno mi chiede 50 euro per portarmi in albergo. Al mio rifiuto tutti si allontanano. Chiedo ad altri ma stessa cosa.  Ad un certo punto passano in due su un motorino scalcinato, li fermo sventolando un biglietto da 5 euro. Gli faccio leggere l’indirizzo dell’hotel, mi accompagnano. Tutto risolto. Il resort, che avevo segnato su un foglietto l’indirizzo datomi da certi bresciani incontrati il giorno prima, non aveva camere disponibili. Ma quello accanto si ed era anche più bello. Metto la moto in garage, e percorsi 700 mt siamo nella celeberrima piazza Jamaa El Fna. Maghi, incantatori di serpenti, prestigiatori, venditori di acqua, ammaestratori di animali, musicisti, mangiafuoco. Tutto e di più. Tantissimi chioschi che preparano i cibi più disparati. Noi ne scegliamo uno a caso e ci accomodiamo. Tutto squisito. Continuiamo a girare per la piazza tutta illuminata, e saliamo sulla terrazza di un bar posto sulla piazza, per vedere meglio lo spettacolo. Davvero unico. Oggi giornata soleggiata e caldissima. Percorsi circa 300 km.

Il kasar Hait Ben Haddou.

Il passo col de Tizi n’tichka.

La strada che scende verso Marrakech

Undicesimo giorno, domenica 27 aprile.

Giornata soleggiata e caldissima, 37 gradi nelle ore centrali.

Giornata interamente dedicata alla visita della capitale. Iniziando dalla medina per poi recarsi al minareto, ai giardini Majorelle. Il pomeriggio ci siamo piazzati sulla terrazza di un bar che da sulla piazza, e ci siamo gustati tutta la preparazione di come essa si trasforma per diventare quando è buio, il luogo più incantevole della città.

Sulla piazza Jamaa el fna di Marrakech.

La piazza di Marrakech.

Dodicesimo giorno, 28 aprile.

Giornata soleggiata e calda.

Stamattina partenza di buon mattino da Marrakech direzione Cascate d’Ouzoud. Ho preso di proposito una “strada tortuosa” e dopo una marea di curve, con panorami che ti stupiscono arriviamo alle cascate. Con una guida locale abbiamo girato l’intero sito. Davvero una meraviglia della natura. L’acqua sgorga come d’incanto dalle viscere della terra. Proseguiamo per la diga di Bin el Ouidane. Uno sbarramento artificiale che forma un lago dal color turchese. Vista l’ora tarda scendiamo dall’atlante alla volta di Casablanca, 200 km di strada piana ma sempre interessante. Andiamo diretti alla moschea, è chiusa, prendiamo nota degli orari. Cerchiamo un albergo, e il solito Ibis, con parcheggio interno ci accoglie. A domani per la visita.

Le cascate di Ouzoud.

La moschea di Hassan 2 a Casablanca.

Tredicesimo giorno, 29 aprile.

Giornata soleggiata e calda.

Subito ci dirigiamo alla visita della moschea di Hassan 2°, la più grande del Marocco. Impressionante la grandezza dell’edificio, e del piazzale. Il minareto è alto 210 metri. Prenotiamo una visita con guida in lingua italiana, e tolte le scarpe iniziamo. All’interno tutto un susseguirsi di esclamazioni di meraviglia. Finita la visita mentre ci rechiamo al parcheggio incontriamo i nostri amici Elisabetta e Gianluca. Ci siamo conosciuti l’anno scorso quando abbiamo fatto un tour in Tunisia con la moto. Anche loro facevano il tour del Marocco, in moto con un gruppo di Italiani. Dopo i saluti e la foto di rito, partiamo alla volta di Rabat, la capitale amministrativa del Marocco. La troviamo molto caotica. Ci fermiamo accanto al palazzo reale, e i sontuosi giardini, ma il servizio d’ordine ci fa allontanare. Puntiamo su Meknes, altra città imperiale del Marocco. Anche qui una visita alla medina, alle mura di fortificazione e alla piazza principale, che sembra una miniaturizzazione di quella di Marrakech. Da qui tramite stradine secondarie, arriviamo a Volubilis, dove troviamo una pensioncina che con 20 euro ci da la camera e la colazione.

Drink sulla piazza di Meknes.

Volubilis antica città Romana.

Quattordicesimo giorno, 30 aprile.

Giornata soleggiata e calda.

Iniziamo la visita del sito archeologico romano, con L’arco di Caracalla, la basilica romana, i resti di un acquedotto e delle terme. Il giro del Marocco volge al termine. Prendiamo direzione mare per la citta di Asilah, sempre tramite stradine secondarie. Arrivati, ci spariamo una frittura gigante, una passeggiata sulla spiaggia, e ripresa la moto percorriamo tutta la strada litoranea che ci porta al porto di Tangeri. Ci accorgiamo che il traghetto è in partenza e dopo una rocambolesca trattativa con un faccendiere del luogo, riusciamo a saltare la lunghissima fila, e ottenere timbri di uscita e biglietto della nave con un supplemento di 20 euro! Imbarco immediato e tramonto gustato dal ponte superiore. Sbarchiamo ad Algeciras che sono le dieci e andiamo alla ricerca dell’hotel. Subito trovato.

Sul traghetto per la Spagna.

Dietro ad un camion.

Quindicesimo giorno, 1 maggio.

Giornata soleggiata e calda.

Questa mattina ci svegliamo di buon ora e decidiamo di impiegare questi due giorni per raggiungere Barcellona, visitando la Spagna centrale. Granada, e poi sempre su strade secondarie direzione la citta di don Chisciotte. Dopo aver attraversato distese infinite di olivi, vigneti e campi di grano. Mi trovo ora all’interno di un mulino a vento nella città di Alcazar de San Juan. Ne visitiamo un paio e vogliamo arrivare a Saragozza. Dopo 900 km da questa mattina, alle undici della sera siamo in centro. Stanchissimi e infreddoliti. Cerchiamo una stanza e dopo due-tre tentativi, un signore ci accompagna in una dependance della sua pensione. Lascio la moto con tutti i bagagli fuori sulla strada,  e noi ci buttiamo sul letto sfiniti.

I mulini a vento.

Saragozza dal campanile.

Sedicesimo giorno, 2 maggio.

Giornata soleggiata e calda.

Stamattina fino alle due, interamente dedicata alla visita di Saragozza. Bellissimo centro storico, belle la cattedrale de Nostra Signora de Pilar, e quella di San Salvator. Fra poco avvicinamento a Barcellona dove alle 22 parte il traghetto per Civitavecchia. Dopo la visita a Saragozza visto che avevamo ancora 8 ore prima di salire sul traghetto, rapido trasferimento a Lleida ad ammirare la maestosa cattedrale, con salita sul campanile tramite 250 gradini. Che fatica! Ma che panorama! Ci rimane ancora qualche ora, allora tramite stradine secondarie arriviamo a Tarragona. Visita alla cattedrale e ad un antico porto romano. Il tempo stringe percorriamo la bellissima strada litoranea per Barcellona .Alle 21 siamo al porto, il tempo di fare il biglietto e via a bordo. Lasciamo la Spagna sempre affascinante.

Lleida.

Tarragona.

Diciassettesimo giorno, 3 maggio.

Giornata passata sul traghetto, compresa una sosta a porto Torres, alle otto della sera sbarchiamo a Civitavecchia. Alle dieci siamo a casa.

 

Epilogo.

Ecco terminata questa nostra vacanza “marocchina”. Che dire? Il Marocco è un paese bellissimo. Montagne, pianure, deserti, grandi città, piccoli villaggi. Ogni angolo è una nuova scoperta. Siamo partiti con un po’ di timore, e invece abbiamo incontrato gente sempre ospitale, si a volte un po’ invadenti ma sempre nella norma. La missione “bambini nel deserto”, ci ha fatto scoprire tanta gente povera, ma, sia il governo, sia le organizzazioni umanitarie, stanno facendo passi da gigante per portare loro una speranza di vita migliore. Il paese è tutto un cantiere. Nelle piccole città si vedono già i primi centri commerciali. Grandi viali con marciapiedi illuminati. Resort turistici all’avanguardia. Certo nei piccoli paesi e nei villaggi di montagna c’è ancora molto da fare, ma il tempo darà loro ragione. Dicevo, siamo partiti un po’ timorosi per via del fatto che viaggiavamo sempre da soli. Non in gruppo. Ma ci siamo dovuti ricredere subito. Non abbiamo mai avuto la percezione di trovarci in pericolo. Anche nei vicoli stretti delle medine, mai nessuno ci ha importunato. Sia nelle città, sia nei villaggi quando ci fermavamo a chiedere informazioni, facevano a gara per fornirle, e sempre in modo veritiero. Gli alberghi. Non abbiamo prenotato nulla dall’Italia. I biglietti dei traghetti li ho fatti sempre nel porto di imbarco. Gli alberghi li decidevo la sera all’arrivo in qualche città o paese. Sempre trovato posto. Solo a Marrakech avevo un indirizzo che mi avevano dato certi bresciani conosciuti la mattina, e recatomi lì l’hotel era completo. Niente paura a 50 mt. di distanza abbiamo trovato un altro albergo meglio di quello. Abbiamo dormito in una decina di alberghi diversi, e non sempre c’éra il garage. Ci facevano lasciare la moto fuori dicendo che non c’éra nessun problema. Poi veniva sempre qualcuno che si definiva “guardiano notturno” e la mattina con una mancia di 2-3 euro ritrovavi la tua moto come l’avevi lasciata. Quando capitava di fare escursioni turistiche a piedi, lasciavamo la moto con giacche bagagli e caschi, trovando nelle vicinanze sempre uno che te la guardava. Qualche volta non c’éra nessuno, ma al ritorno trovavo ogni cosa al suo posto. Una volta ho lasciato la macchina fotografica sulla sella, e al ritorno dall’escursione l’ho ritrovata lì. Quando devi acquistare qualcosa, allora lì devi trattare. E’ come un gioco, e alla fine non vince nessuno. Lui ti lascia la merce al prezzo che tu vuoi pagare. Le strade statali marocchine sono tutte in ottime condizioni. Le provinciali un po’ meno. Quelle dei paesi più piccoli e dei villaggi un po’ disastrate ma sempre percorribili tranquillamente. Poi ci sono “le piste”. Le piste sono strade non asfaltate, ma tenute bene. Considerate che nelle piste ci devono passare gli asini che tirano i carretti, le automobili che riforniscono i villaggi e anche i furgoncini. La pendenza non è mai elevata. Una moto anche stradale ci passa senza problema. Unica nota dolente che la manutenzione non è assidua e quindi si formano buche, cadono sassi, si smottano. Poi se percorri una pista dove il giorno prima c’è stato un temporale che ha fatto franare una parete riversando fango sulla carreggiata, magari anche per un tratto di dieci metri….allora sono problemi. Considerate che io ho percorso circa 150 km di piste sterrate, con passeggera e moto carica. A volte Flavia è dovuta scendere, a volte ha dovuto spingere la moto. Ma grossi problemi non ne ho mai avuti. Consiglio di percorrerle da soli e senza bagagli, il divertimento è assicurato Le gomme. Ho percorso in totale 5800 km, di cui 150 di sterrato. Servivano le gomme tassellate? NO, assolutamente NO. Le piste si possono percorrere tranquillamente con gomme tipo anakee 2. Anche con gomme prettamente stradali anakee 3. A meno che non vi rechiate in Marocco per fare solo “sterrato”, sconsiglio di montare gomme tassellate. Io avevo montato un semitassellato della Heidenau , la scout k 60. Su strada sono comunque molto rumorose. Pentito al 100%. Poi non dimenticate che cavalcate una moto da 250 kg e oltre, mica una ktm da 120!!!!! . La sabbia. La GS sulla sabbia è inguidabile, e se riesci anche a guidarla dopo pochi metri la ruota posteriore affonda e tirarla su non è uno scherzo. Io per fare il cretino mi sono insabbiato e per uscirne fuori a forza di sgassate stavo bruciando anche la frizione! Mai più. Le stazioni di rifornimento. Nessun problema per la benzina. Sulle strade principali tanti distributori. Sulle strade secondarie un po’ meno, ma a distanze tali da essere sempre in sicurezza. La moto. Prima di partire dovevo fare il tagliando, ma per mancanza di tempo sono riuscito solo a cambiare l’olio. Niente filtri, niente registrazione valvole . Con me portavo solo un kit riparazione gomme e le chiavi in dotazione. Nessun problema alla moto, solamente percorrendo un tratto di fuoristrada duro e scalettato per 25 km circa mi si è spezzato un supporto che tiene il parafango posteriore. A dire il vero pensavo che mi si smontava la moto tante erano le vibrazioni! Al successivo sterrato si è spaccato il secondo supporto. Abbiamo provato con un meccanico di un villaggio a ripararlo, ma al terzo sterrato si è rotto anche il terzo di supporto. Tolto e riportato a casa come cimelio. Al ritorno a casa ho fatto un rabbocco dell’olio di circa mezzo litro. Il clima. A parte un pioggerellina della durata di circa mezzora con temperatura scesa fino a 4 gradi nel paese di Ifrane, nei restanti giorni sempre sole e temperature che andavano dai 20 gradi fino ad arrivare ai 37 dalle parti di Marrakech .A Merzouga nei pressi del deserto temperatura sui 32, 33. A noi questo viaggio è piaciuto tantissimo. Grazie a tutti per i post di incoraggiamento, e se dovete affrontarlo portatevi …………..

La metà dei bagagli …… e il doppio dei soldi !!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ciao.

 

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1000 Rider in Spagna, maggio 2017

 Report della partecipazione alla Rider 1000 spagnola in Catalogna.

Il benvenuto alla 1000 rider in Catalogna.

       

Rider 1000 Spagnola. 25-31 maggio 2017

 

La Rider 1000, è una manifestazione motociclistica che si svolge sulle strade della Catalogna, regione Spagnola. Consiste nel percorrere un circuito di strade aperte al traffico, rispettando sempre le norme stradali e i limiti di velocità.

Il percorso parte da Manresa cittadina a nord di Barcellona, e si snoda per tutta la regione Spagnola, terminando sempre a Manresa. L’organizzazione è a cura del motoclub Manresa.

La manifestazione prevede 3 tipi di circuito:

La Rider 300, percorso di 300 km.

La Rider 500, percorso di 500 km.

La Rider 1000, percorso di 1000 km.

In ogni percorso ci sono dei punti di passaggio da rispettare, in cui devi per forza transitare  affinché un addetto ti mette un timbro sul “ Passaporto Motociclistico”.

Nel caso della Rider 1000 alla quale ero iscritto io erano 16 punti di controllo.

A fine percorso se sei riuscito a completare il percorso entro le 24 ore ti puoi fregiare del titolo di “Ho completato la Rider 1000”. Foto e iscrizione sul loro sito internet “Rider 1000”.

La velocità media che loro considerano è 50 km/h.

La mia Rider 1000,  inizia a dicembre 2015, quando il mio amico Luciano Brag, mi comunica dell’esistenza di tale manifestazione. Lui mi propone la Rider 500, io gli rispondo: Lucia’ che annamo fino in Spagna per 500 km? Almeno 1000!!!!!!

Lui replica tu fa la 1000, io la 500. A febbraio aprono le iscrizioni.

Il 20 febbraio a mezzanotte aprono le iscrizioni e io quel giorno mi trovavo sulla Sila per partecipare al “Silantreffen”. Riesco a collegarmi al sito la mattina alle sette, ma difficolta di linea mi fanno desistere. Al pomeriggio quando arrivo a casa mi collego subito, ma scopro che gli 800 posti disponibili sono terminati! Inizio a mandare e-mail agli organizzatori scrivendo che avevo già prenotato l’albergo per tre notti. Mi rispondono che mi metteranno in lista di attesa e se qualcuno rinuncia mi inseriranno. Dopo una ventina di giorni mi arriva una mail con la quale mi comunicano che mi posso iscrivere avendo una rinuncia da parte di un iscritto. Io salti di gioia, mi collego, mi iscrivo, mando la quota 75,00 euro e loro mi assegnano il numero di partenza, N.8.

Le partenze sono scaglionate nel seguente modo:

Rider 1000 si parte alle 06:00, sei piloti ogni minuto.

Rider 500 si parte alle 09:00, sei piloti ogni minuto.

Rider 300 si parte alle 12:00, sei piloti ogni minuto.

In totale gli iscritti era 2400.

Io contentissimo di avere l’otto come numero di partenza, in quanto avevo preventivato di percorrere il circuito in diciassette ore con una media di 60km/h, e di arrivare alle undici di sera e non fare troppi km con il buio.

La data della manifestazione è fissata per sabato 27 maggio 2017. Iscrizioni il giorno prima, con consegna del “passaporto”, adesivi, mappa del percorso con relative coordinate dei punti di controllo, maglietta, bracciale con numero di partenza, imbraco con bretelle munite di barre fluorescenti ad alta visibilità, buoni per: colazione, vari ristori, e cena. L’amico Luciano mi comunica che vengono anche 4 amici suoi bergamaschi, e che l’appuntamento è per giovedì alle 20:00 in un albergo centrale di Marsiglia. Loro hanno pensato anche a trovare un posto per dormire a Manresa, ma visto il grande afflusso di partecipanti, ci dobbiamo accontentare di un signore che ci mette a disposizione 4 camere in un B&B a una quindicina di km da Manresa.

 

Giovedì 25 maggio 2017

Partenza alle sette di mattina per Sori, cittadina in provincia di Genova, dove mi aspetta il mio amico Sandro kaa, per pranzare assieme. Percorro la via Aurelia e arrivo alle tredici. Lui mia aspetta sulla strada principale, e parcheggiata la moto nel suo garage, ci incamminiamo verso il porticciolo di Sori dove aveva prenotato due posti in un ristorantino vista mare. Ottimo pranzo, chiacchiere sul mondo delle moto e il tempo passa. Dovendo percorrere ancora oltre 400 km, ci salutiamo. Riparto percorrendo sempre l’autostrada costiera e alle venti meno cinque arrivo a Marsiglia. Posteggiando di fronte all’hotel prenotato noto cinque moto con targa italiana. Erano loro, appena arrivati. Saluti, presa la camera, doccia e una sorpresa: a loro piaccciono i crostacei! MI portano a cena in un ristorante dove tu scegli in un banco a vista quale tipo di pesce mangiare e loro te lo cucinano sul momento. Noi chiaramente crostacei come se piovesse, e visto che non dovevamo guidare, le bottiglie di vino il cameriere nemmeno faceva in tempo a posarle sul tavolo. Dopo cena piccolo giro turistico del porto, e a nanna. Giornata soleggiata e calda, percorsi in totale circa 1000 km.

 

Venerdì 26 maggio 2017

Dopo colazione tiriamo fuori le moto dal garage dell’hotel tramite un montacarichi, e impostiamo i navigatori su Manresa. I km che ci dividono sono 530 circa. Io con la GS, Luciano con la Honda gold wing, i quattro amici bergamaschi, uno con la bmw 1600, uno con la RT, uno con una KTM 990, e uno con una Kawasaki. Ci fermiamo a pranzo in un autogrill francese, e verso le quattro siamo a Manresa. Facciamo l’iscrizione, prendiamo tutti i gadget, e percorsi altri 15 km verso sud arriviamo al B&B. Doccia e cena in un ristorantino del paese dove eravamo. A mezzanotte siamo a letto.

 

Sabato 27 maggio 2017

La sveglia per me suona alle quattro e mezza. Per gli altri un paio di ore più tardi. Alle cinque e mezzo sono al ritrovo per la partenza che è fissata per me essendo il N.8 alle 06:01. Ancora è buio, faccio colazione, prendo posizione e sono sulla linea di partenza un quarto d’ora prima, come da regolamento. Mi registrano, mi prendono i km del tachimetro, mi scattano una foto e si parte. Nel mio navigatore, avevo registrato i punti in cui dovevo passare per apporre il timbro sul passaporto. Chiaramente non conoscevo affatto che tipo di strade dovevo affrontare, e un po’ timoroso mi accodo ad altri motociclisti. Passiamo il primo punto dopo 50 km, affrontiamo delle strade quasi di campagna e siamo al secondo punto. Il terzo si trova dopo essersi infilati in una strada di montagna, mezza sterrata, mezza cementata, in mezzo ad un bosco. Mi ingarello con un francese che mi segue a ruota. Affrontiamo il percorso veloci. Io cammino, lui attaccato dietro. Dopo una quarantina di km usciamo su una strada asfaltata e qui spingo sempre di più e lui dietro. Voleva sorpassarmi ma non ci riusciva. Stavamo al limite, ad un certo punto tolgo il gas, e rallento. Lui mi sorpassa ma dopo un km c’è un semaforo, ci fermiamo affiancati e alzando la mentoniera del casco diamo un’occhiata di approvazione. Avevo percorso circa 200 km, ne mancano ancora 800. Guido con un ritmo serrato, e poi non conoscendo il percorso, devo tenere lo sguardo anche sul navigatore. Il percorso ci porta su un santuario a 1500 metri di altezza, con una strada strettissima. Salgo, timbro e riscendo. Continuo il percorso sulle strade della catalogna sulle montagne. Faccio un pieno, riparto. Belle strade, ben tenute, asfalto perfetto. Dopo il passaggio al punto nove, riscendo sulla pianura per raggiungere il punto dieci.  Avevo percorso circa 550 km, ma la postazione era all’interno di un ristorante, non sulla strada come le altre. Era una strada statale a percorrenza veloce e io non vedendo nessuno lo salto. Dopo una ventina di km mi rendo che qualcosa non va. Mi fermo riposiziono il navigatore e nel frattempo passa uno spagnolo. Lo fermo e gli chiedo in spagnolo “ma dov’è il punto dieci?” Lui mi risponde: vieni appresso a me. Lo seguo, ma saliamo su un passo e scendiamo nel versante opposto e niente punto. Dopo sessanta km troviamo il punto, vado a timbrare e mi appongono il N. 11. Io chiedo ma dov’è il punto 10? E loro “ al ristorante” sulla statale!. Accidenti, per un momento penso vabbè ma cosa importa, comunque ci sono passato. Poi però  rifletto, ma sul passaporto motociclistico mi mancherà comunque il punto di passaggio.

Non mi perdo d’animo. Torno indietro, risalendo il passo e scendendo dalla parte in cui sono venuto. Nel tragitto incrocio tutti i motociclisti che scendevano con seri rischi di scontri. Dopo 70 km arrivo al ristorante per il fatidico timbro.Mi guardano stupiti vedendo sul passaporto il timbro n. 11 .A posto. Riparto per recuperare il tempo perso e ad andatura allegra riesco a passare per gli altri 5 punti ed arrivare a Manresa che è il punto N. 16 alle nove e un quarto dopo 1168 km. E’ ancora giorno.

Praticamente mi sono fermato 3 volte per fare il pieno di benzina, e bevuto 3 bottigliette di acqua. Vado a cena nel centro sportivo allestito per l’occasione e stanchissimo mi faccio altri 15 km per arrivare al B&B. Doccia e a dormire.

 

Domenica 28 maggio 2017

 

Metto la sveglia alle sette, in quanto oggi devo percorrere circa 1350 km per tornare a casa. Per fortuna che è tutta autostrada, quindi guida rilassata. Partenza in orario, colazione in autogrill e dopo circa 300 km inizio a sentire una vibrazione strana dalla parte del motore. La mia velocità era sui 130 km/h. Continuo e la vibrazione aumenta. Penso a qualche cuscinetto in zona cambio. Mi fermo a fare benzina e mentre rallento la vibrazione aumentava. Controllo visivamente e tutto sembra ok. Riparto e ora la vibrazione diventa rumore ciclico. Ho percorso circa 400 km, e ora mi accorgo chiaramente che viene dall’albero cardanico. Riduco la velocità a 80 km/h sembra che va meglio. Dopo alcuni km il rumore diventa veramente forte. Penso che da li a poco si rompe qualcosa. Riduco ancora la velocità a 40km/h e il rumore aumenta. Mancano una cinquantina di km al confine e spero di arrivare in Italia dove mi fermerò a Imperia, aspettando l’indomani. Mi metto sulla corsia di emergenza a 20 km/h, il rumore era diventato infernale …. clonck…. clonck. Ad un certo  punto mi si blocca la ruota posteriore. Sono le dodici. Per fortuna che andavo pianissimo, controllo la piccola sbandata e mi blocco. Sono a pochi km dall’uscita dell’autostrada per Nizza in Francia. Tramite un addetto delle autostrade che passava gli dico di far venire un carro attrezzi. Dopo un’ora viene  un furgone, e non vi dico per caricare la moto con la ruota posteriore bloccata che teatrino. Mi porta nel suo deposito e mi dice che domani mi porterà al concessionario  Bmw di Nizza. Oggi è domenica tutto chiuso. Scarichiamo la moto e presa una borsa mi reco nel centro della città alla ricerca di un hotel per la notte, lo trovo, ceno con una pizza aspettando il domani.

 

Lunedì 29 maggio 2017

 

L’appuntamento con il deposito dove si trova la moto è alle nove. Disbrigo le formalità litigando con una signora acida addetta all’ufficio che voleva che gli mostrassi il libretto di circolazione della moto, ma me lo chiedeva in modo incomprensibile per me visto che il francese non lo parlo. Alla fine intuisco e glielo prendo. Pago 300 euro i due trasporti e mi portano in concessionaria. Io che pensavo, ma ora come ci parlo con questi? Entro e chiedo se qualcuno parla inglese, no mi rispondono, Italiano? No. Accidenti. Mentre penso a come risolvere il problema, mi viene incontro una signora che lavorava nel reparto amministrativo e mi dice in Italiano: hai bisogno di qualcosa? Non vi dico i salti di gioia che faccio. Tramite lei parlo con i meccanici e mi dicono che smonteranno questa mattina la moto per vedere il problema, e mi comunicheranno il preventivo di riparazione. Esco cercando un albergo nelle vicinanze e un cliente della conce mi accompagna in hotel. Ibis di Nizza. Nel tardo pomeriggio mi chiama la signora comunicandomi che per la sostituzione dell’albero cardanico ci vogliono 1000 euro circa e mi chiede cosa fare. Io rispondo ma quanto tempo ci vuole? Lei: lo ordiniamo subito e mercoledì mattina è qui. Accetto le rispondo. Farò il turista in città nel frattempo.

 

Martedì 30 maggio 2017

Giornata interamente dedicata alla visita della città. Tutto a piedi. Centro storico, lungomare, porto turistico, città alta. Davvero bella Nizza. Oggi avrò percorso una quindicina di km a piedi. Alla fine ho preso l’autobus turistico che mi ha fatto fare un giro molto largo. Pranzo con panino, cena con pizza, aspettando il domani.

 

Mercoledì 31 maggio 2017

Stamattina chiamo subito il concessionario e mi dicono che il pezzo di ricambio è arrivato, e lo montano subito. La moto dovrebbe essere pronta per le ore 13:00. Faccio un giro largo visto che la distanza dall’hotel è circa 3 km. Alle 11.30 sono in conce, e dalla vetrata dell’officina, vedo che stanno rimontando il cardano. Alle 12:30 mi chiamano dalla cassa per il pagamento € 1.030,00. Ringrazio la signora interprete e le dico che quando viene a Roma , mi metterò a sua disposizione una giornata accompagnandola nei siti turistici. Sono le tredici e finalmente si riparte per tornare a casa. Faccio tutta una tirata, e i 700 km scorrono veloci. Alle sette circa sono a casa.

In questi sette giorno il meteo sempre soleggiato e temperature sui 28- 30 gradi.

Che dire di questa Rider 1000? A me piace andare in moto, e piacciono le sfide, specialmente quelle con me stesso. I 1160 km percorsi sulle strade della Catalogna in un giorno con ritmi davvero serrati, a volte pure troppo…mi hanno entusiasmato. E’ stata una bella esperienza. Peccato al rientro la rottura del giunto cardanico, ma la moto comunque aveva sul groppone oltre 200.000 km quindi ci posso stare. I miei amici li ho risentiti e mi hanno detto che sono arrivati alla conclusione del giro alle cinque del mattino successivo!!!!.  Bella la Spagna, altrettanto bella la Catalogna. Se lo rifarei? Certamente!

 

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Viaggio a Dubai in aereo, dicembre 2016.

       Report del viaggio a Dubai dal 6 dicembre al 13 dicembre 2016.

Massimo e Flavia a Dubai ….. (senza moto)

Ciao a tutti, siamo quasi a fine anno, dicembre 2016, e ci restano dei giorni di ferie da consumare. Dopo il viaggio in moto a capo nord di quest’estate decidiamo di spostarci in altro modo. Destinazione Dubai, in aereo. Per vari problemi decidiamo la partenza solo quattro giorni prima. Dopo una ricerca su internet trovo un biglietto della Turkish Airlines, partenza 6 dicembre alle 14:00 da Fiumicino con sosta di 3 ore a Istanbul con aereo A320, poi diretto per Dubai con Boeing 777 , arrivo alle ore 01:30. Ritorno 13 dicembre. Prezzo totale 720,00 euro.

Riesco a trovare una sistemazione alberghiera all’hotel Ibis style, che per 540 euro ci offre una stanza di 38 mq. con prima colazione compresa, per tutta la settimana. L’hotel si trova in una posizione intermedia di Dubai, a circa 800 mt. dalla stazione della metro e il taxi con 8 euro ti porta in centro. A Dubai i taxi sono molto economici. Stipulo on line un’assicurazione medica con la compagnia Allianz, costo per 8 giorni euro 100.

Primo giorno martedì 6 dicembre 2016

Arriviamo in aeroporto con congruo anticipo, facciamo il check velocemente e sapendo che per una settimana mangeremo arabo, ci spariamo una “ matriciana” italianissima . Partenza puntuale, volo tranquillo, ulteriore spuntino bevande e caffè. A Istanbul per ingannare l’attesa girovaghiamo per il terminal, alle 21:00 ci imbarchiamo sul bellissimo 777, poltrone spaziose, televisore con una decina di film in italiano e le quattro ore di volo passano in fretta, intermezzate da un altro spuntino. Atterriamo a Dubai alle 01:30 e sbrigate le formalità doganali dopo mezz’ora circa siamo fuori l’aeroporto. Un taxi con 10 euro ci porta in albergo che si trova a una decina di km dall’aeroporto. Arriviamo in albergo, altro check e alle tre siamo a letto.

Secondo giorno mercoledì 7 dicembre 2016.

Sveglia alle sette colazione usciamo la temperatura è 26 gradi, giornata soleggiata. Con un taxi ci dirigiamo al parcheggio dei bus turistici hip on hip off e facciamo un abbonamento per tre giorni che comprende sia la visita di tutta la citta, sia l’ingresso ai vari siti e musei. Prezzo 70 euro cadauno. Iniziamo dal quartiere BUR Dubai, il più antico, dove visitiamo il museo nella fortezza di al Fahidi. Qui è ricostruita la storia di Dubai dai primi insediamenti di pescatori di perle del terzo millennio avanti cristo, fino alla scoperta del petrolio in tempi recenti. Tramite una barca caratteristica del posto attraversiamo il Creek, il canale che dal golfo arabico si insinua all’interno per 3 km per approdare nell’altra sponda dove visitiamo il souk dell’oro, mai visto tanto oro insieme.

A Dubai ogni cosa “ è la più grande del mondo” e in un negozio c’éra esposto l’anello più grande del mondo , circonferenza 70 cm. peso 64 kg. Ci spostiamo poi nel mercato delle spezie, dove mangiamo un kebab in un “ristorantino “. Sacchi pieni di spezie di tutti i tipi. Profumi e colori da girar la testa. Riprendiamo l’hip on e scendiamo al Dubai Mall. Qui c’è il centro commerciale più grande del mondo, con 1200 negozi su 4 livelli. Lusso sfrenato senza eguali. Dall’esterno bisogna alzare la testa verso il cielo per vedere la punta estrema del Burj Kalifa, il grattacielo più grande del mondo, 828 metri di stupore. Ci limitiamo a vederlo dal piano terreno rimandando la visita nei prossimi giorni. Sempre qui c’è un laghetto artificiale con le fontane danzanti. Altro spettacolo che ti lascia a bocca aperta. Dalle 18:00 quando inizia a fare buio fino alle 23:00 ogni mezz’ora, a suon di musica di etnie diverse, potete assistere ai getti d’acqua alti fino a 150 metri che si esibiscono una vera e propria danza con le luci che amplificano l’effetto scenografico. Noi per gustare al meglio lo spettacolo, ci accaparriamo un tavolo bordo lago da posizione privilegiata assaporando una cena al ristorante libanese.

Alle ventuno con il bus notturno ci facciamo trasportare per la citta prima al Mall of Emirates, altro centro commerciale grandissimo, dove si trova anche la pista artificiale di sci, poi all’isola artificiale della palma ”Palm Island”, a seguire Medinat Jumerah, altro centro commerciale, e infine davanti al Burj Al Arab il famoso hotel a forma di vela, davvero suggestivo per via dell’illuminazione che cambia continuamente. E’ mezzanotte siamo stanchi, chiamiamo un taxi che ci porta in albergo. A domani.

 

Terzo giorno giovedì 8 dicembre 2016.

 

Dopo la colazione abbondantissima e internazionale (non stupitevi di trovare pasta e fagioli) siamo pronti. Giornata sempre soleggiata temperatura 24-25 gradi. Percorriamo circa un chilometro a piedi per recarci a visitare l’unica moschea aperta ai non mussulmani, la moschea di Jumeirah. Costruita interamente in pietra bianca può accogliere fino a 1200 visitatori. La visita guidata che dura circa 2 ore, a cura del centro per la cultura e la religione degli emirati arabi, è in lingua inglese si svolge in un’atmosfera informale e rilassata. La signora spiega in modo molto esplicito i comportamenti e gli usi e costumi della società araba legati alla religione islamica. Sempre tramite bus hip hop percorriamo il lungomare, e ci fermiamo all’hotel Jumeirah. Grandioso cerchiamo di entrare per vedere la hall ma un addetto alla security ci blocca all’istante.

Dopo una breve trattativa ci permette di entrare per ammirare la hall, da perdersi all’interno!!!!!! Usciamo e ci dirigiamo al Burj Al Arab tramite un ponte pedonale di 300 mt. Ma anche qui ci bloccano. Bisogna prenotare in anticipo. Vabbè lo faremo nei prossimi giorni, ma già dall’ esterno è spettacolare. Sempre a piedi ci addentriamo nel Souk Madinat. Sembra una piccola citta ma in realtà è piena di negozi, ristoranti, bar, vicoli stretti, un laghetto con canali barchette e tour guidati. Sembra una piccola Venezia. Anche qui hotel lussuosissimi e una vista del Burj al Arab lato mare. Riprendiamo il bus e ci facciamo portare a Palm Island capolinea hotel Atlantis. Altra meraviglia di Dubai. UN ALTRO MONDO. All’interno Lost Chambersun acquario bellissimo in stile Atlantide la città perduta, accanto il parco acquatico Acqua venture dove si trova uno scivolo Kamikaze che passa in un tunnel circondato da squali. Ci facciamo una passeggiata sul lato esterno dell’isola e poi andiamo prendere la monorotaia a guida automatica che dall’albergo attraversa l’isola fino alla terra ferma. Da sopra si possono ammirare tutti i bracci della palma. Torniamo indietro e riprendiamo il bus che ci porta a marina di Dubai. Qui come del resto in tutta Dubai, grattacieli a un passo dal mare adibiti a uso abitazione.

Scendiamo in spiaggia con sabbia fine e bianchissima e passeggiamo scarpe in mano sul bagnasciuga. E’ quasi buio, riprendiamo il bus e scendiamo al Mall of Emirates, lo visitiamo in lungo e largo e il lusso è la parola d’ordine. Entriamo in un supermercato della Carefour, una cosa mai vista. Immenso, grandioso ho contato 69 casse, tutte aperte. Sicuramente è il supermercato più grande del mondo!!!!!!Passiamo allo ski Dubai ma sono le ventidue, è tardi, nei prossimi giorni torneremo per “ sciare nel deserto”. Prendiamo la metro (favolosa) nel vero senso della parola.Totalmente climatizzata, cammina su una rotaia rialzata all’esterno e da lì puoi ammirare i grattacieli illuminati nei modi più stravaganti e suggestivi con le lampade a led. Naturalmente tutto pulito ordinato e puntuale, peggio degli svizzeri. Scendiamo, tre minuti di taxi e siamo in albergo. E’ mezzanotte.

 

Quarto giorno venerdì 9 dicembre 2016.

Anche oggi giornata soleggiata e calda. Stamattina in metro ci rechiamo al Mall of Dubai per visitarlo internamente. All’ingresso un acquario con tunnel dove gli squali sembra vogliono mangiarti, pesci di ogni specie che nuotano indisturbati all’interno della vasca che ha una parete alta almeno sei metri per 10. Dentro il centro è tutto uno scintillio di luci. Negozi che non hanno porte, vetrine addobbate in maniera da lasciarti senza parole. Tutti i grandi marchi hanno un negozio nel Mall of Dubai. C’è una pista di pattinaggio su ghiaccio, una cascata artificiale d’acqua, ristoranti internazionali, sale giochi per tutte le età, centri di bellezza, tutto ma dico tutto quello che vi viene in mente si trova qui. Lasciamo il centro e con il bus ci dirigiamo al giardino dei miracoli” miracles garden”.

E’ un giardino con fiori naturali più grande del mondo oltre 72000 mq. 45 milioni di fiori di piante. I fiori sono messi in mostra sistemati nelle più disparate forme. Cuori, stelle, piramidi, igloo. C’è perfino un aereo delle linee Emirates ricoperto interamente di fiori. Anche qui tutto spettacolare. A seguire ci rechiamo al global village. Anche questa è la meta turistica internazionale più grande al mondo per shopping, cibo, intrattenimento, avventura e concerti. Ci sono 40 padiglioni con una settantina di paesi raffigurati mediante le loro caratteristiche architettoniche, colori, odori, suoni. Ogni paese è diverso dall’altro. Una cosa da perdere la testa. Ci vorrebbe una settimana solo per visitare tutto il centro. Il parcheggio esterno è a perdita d’occhio. Noi siamo capitati stasera che è venerdì, giorno di festa per gli islamici, e c’éra una ressa alle casse allucinante. L’abbiamo visto dall’esterno è già rende bene l’idea di quello che è dentro. Abbiamo optato per tornare indietro e prendere il bus notturno che ci ha portato a Deira City Center, poi a Bur Juman dove abbiamo cenato in un ristorante indiano. La fame era tanta che nemmeno abbiamo capito cosa ci hanno fatto mangiare. Alle ventitré eravamo in hotel.

Quinto giorno sabato 10 dicembre 2016.

Oggi giornata dedicata alla visita di Abu Dhabi. La capitale degli emirati arabi si trova a circa 150 km. da Dubai. Noi ci siamo recati al capolinea, al quartiere Al Ghubaiba, e da li tramite bus turistico granturismo al prezzo di 12 euro cadauno abbiamo acquistato due biglietti per Abu Dhabi. Il viaggio dura un’ora e mezza. Copritevi che gli autisti metto il climatizzatore a palla. Il bus fa capolinea in una piazza centrale di Abu Dhabi, e con un taxi abbiamo raggiunto la grande moschea dello sceicco Zaied. Impressionante. Costruita interamente in marmo bianco, è una delle opere architettoniche più grandi del mondo. Può contenere 40.000 visitatori ci sono un centinaio di cupole e 1000 colonne. All’interno un tappeto annodato a mano più grande del mondo. Un lampadario, in oro zecchino che pesa 10 tonnellate e ha un diametro di 10 metri. E’ circondata da tutte vasche di acqua che ne amplificano la bellezza. E’ visitabile anche dai non mussulmani sempre vestiti in maniera decorosa specialmente le donne, e senza scarpe come in tutte le moschee. Tramite taxi ci rechiamo all’ Emirates Palace. Credetemi, non trovo le parole per descriverlo, è tutto un susseguirsi di esclamazioni di meraviglia. L’abbiamo girato in lungo e largo questo hotel a sette stelle. Il lusso è davvero senza limiti. Nel nostro piccolo in un negozio all’interno abbiamo acquistato una sciarpa di cashmere. Uscendo dall’hotel puoi ammirare i giardini freschi e verdeggianti con le fontane che contrastano l’edificio di colore oro. Ci incamminiamo lungo la Corniche, la spiaggia per eccellenza di Abu Dhabi, circa 7 km. Da una parte il mare, dall’altra i grattacieli dalle forme più svariate. Tutta una meraviglia. Ci spingiamo al centro sempre a piedi e alle diciotto pranziamo in un centro commerciale. E’ quasi notte, un taxi ci riporta al parcheggio dei pullman e torniamo a Dubai. Davvero bella Abu Dhabi.

Sesto giorno domenica 11 dicembre 2016

Stamattina giornata soleggiata temperatura sui 24 gradi, dall’hotel prenotiamo un tour nel deserto e ci danno un appuntamento alle 14:00 in albergo. Per ingannare l’attesa, ci rechiamo a visitare il mercato del pesce nel quartiere Deira. Ci sono centinaia di banchetti che offrono una quantità di pesce e frutti di mare, dagli squali, ai gamberetti giganti, a pesci mai visti dalle nostre parti!!!!!!! Nei paraggi un mercato di prodotti ortofrutticoli. Volendo è possibile acquistare il pesce il loco e poi spostarsi in un locale accanto dove te lo cucinano per pochi dirham. I ristoranti che prenotano il pesce il giorno prima quando lo vanno a ritirare non scendono dalla macchina, ma chiamano il venditore che tramite un facchino con carriola porta il pesce direttamente in auto! Torniamo in hotel dove mangiamo una pizza e alle due puntuale arriva l’autista arabo con fuoristrada Toyota sei cilindri. Attraversiamo tutta Dubai e ci rechiamo in due alberghi diversi a caricare due coppie che insieme a noi vanno al tour. Facciamo un centinaio di km. e siamo in pieno deserto. Ci fermiamo in una stazione a fare rifornimento e sgonfiare le gomme per affrontare le dune. Sembrava di stare sulle montagne russe. L’autista faceva delle manovre al limite del ribaltamento, ma comunque tutto in sicurezza. Facciamo una prima sosta fotografica, ne facciamo un’altra quando inizia a fare buio in un’oasi dove è possibile fare un giro in cammello (mai più dopo l’esperienza marocchina). Lì hanno preparato una cena con cibo locale, e uno spettacolo folcloristico dal vivo. Dalle danzatrici del ventre, all’uomo con mantello infuocato, a varie dimostrazioni canore. A notte fonda riprendiamo la strada per l’albergo albergo e la giornata finisce.

Settimo giorno lunedì 12 dicembre 2016

Oggi è l’ultimo giorno di vacanza, e sono rimaste da fare due cose che solo qui puoi fare. Sciare nel deserto!!!!!!! E salire sul grattacielo più alto del mondo!!!!!!!!Cominciamo con lo sci. Tramite metro ci rechiamo al Mall of Emirates, sono le dieci di mattina, e scendiamo subito al piano di sotto dove c’è l’ingresso della stazione sciistica. Tutto organizzato alla perfezione. Sessanta euro è il biglietto che comprende l’affitto degli sci, scarponi, tuta, caschetto, guanti. Si sale tramite scala mobile e ti trovi nelle “Dolomiti !!!!!!” Due piste da sci, una per principianti, l’altra per sciatori medi, lunghe 400 mt. Per salire una seggiovia a due posti e uno skilift. In basso un parco giochi sulla neve, i pinguini, l’igloo di ghiaccio, gli scivoli per i bambini, sembrava un’atmosfera natalizia. La temperatura era intorno ai 2 gradi sotto zero. Flavia è rimasta fuori a fotografare, io sono stato dentro un paio di ore, forse meno, a sciare su e giù. Anche se il dislivello era minimo, era comunque divertente. Quando sono uscito salivano gruppi di bambini arabi, accompagnati dai maestri di sci tutti sorridenti e felici che si apprestavano a imparare a sciare. E’ mezzogiorno riconsegnata l’attrezzatura ci incamminiamo verso il cavalcavia che tramite nastro trasportatore ( tapis roulant), ci porta alla metro, che in 20 minuti ci lascia alla fermata Mall Dubai. 828 metri di acciaio e cristallo si innalzano verso il cielo di Dubai. E’ il Burj Kalifa. A oggi è il grattacielo più alto del pianeta. Oltre 160 piani. Noi come al solito andiamo senza prenotazione e comunque il biglietto lo troviamo per le quattordici. Manca un ora, e mentre aspettiamo il nostro turno decidiamo di fare un secondo biglietto per una visita notturna. Si può scegliere di salire” al the top” al 124 °piano oppure al” Burj Kalifa Sky” al 148° piano. Chiaramente il prezzo cambia molto. Se non ricordo male al 124° piano costa 50 euro, al 148° piano 80 euro. Noi optiamo per il 148°. L’ascensore che sale impiega circa un minuto a raggiungere i 660 metri di altezza dove è posto l’osservatorio. La vista è grandiosa, delle grandi vetrate assicurano un panorama a 360°. C’è anche un’area esterna protetta da vetri. Anche se Dubai è interamente sviluppata lungo la costa e lunga circa 50 km, riesci a vederla tutta. Palm Island, il mondo (in costruzione), il Creek, la zona marina, la zona residenziale, il porto, l’aeroporto. L’autostrada a 12 corsie che attraversa la citta, con gli svincoli che sembrano parchi naturali. Dubai è Dubai. Dopo un paio di ore scendiamo dalla torre e giriamo nel centro commerciale, è talmente grande che ad un incrocio con Flavia ci perdiamo. Il mio telefono (tenuto sempre spento) lo accendo ma la tim mi dice che non posso chiamare. Dopo un’ora di ricerche estenuanti ci incrociamo nella hall principale, e tutto si risolve. Al Dubai Mall è tutto pulitissimo e ordinato. Le toilette luccicano e brillano tanto quanto le vetrine dei negozi. E’ un sacrilegio usarle per lo scopo a cui sono preposte!!!!!!!!! Ci sono 160 (centosessanta ristoranti). Nell’attesa di salire di nuovo su, ci procuriamo un posto sul ponte del laghetto in cui si gode una vista superba sia dello spettacolo delle fontane danzanti, sia del grattacielo illuminato da 24000 luci a led che ti offrono un gioco di luci spettacolare. Lo spettacolo delle fontane avviene ogni mezz’ora, dura circa 5 minuti, e cambia sia la musica, sia l’effetto scenografico dell’illuminazione e dei giochi d’acqua. Abbiamo il tempo di visitare anche il Souk al Bahar, piccolo ma suggestivo centro commerciale al di là del laghetto. Alle ventuno siamo pronti per risalire sulla torre, per goderci lo spettacolo notturno, davvero suggestivo. Tutta Dubai illuminata da una miriade di luci. I grattacieli, ognuno con il suo gioco di luci che ti abbaglia. Bello, bellissimo. Dalla terrazza esterna riusciamo a vedere anche lo spettacolo delle fontane in quanto il suono della musica viene riprodotto anche qui su. Tutto spettacolare, ma non dimentichiamoci che siamo a DUBAI!. Sono le ventitré, torniamo in albergo.

Ottavo giorno martedì 13 dicembre 2017

Sveglia presto, perché alle otto e mezzo siamo in volo e dopo quattro ore atterriamo a Istanbul. Tre ore di attesa e dopo un paio di ore siamo a Fiumicino.

Considerazioni finali.

Mohammed Bin Raschid al Maktom è lo sceicco fondatore di Dubai. In merito alla riduzione della disponibilità di petrolio disse:
Mio nonno guidava un cammello. Mio padre guidava un cammello. Io guido una Mercedes. I miei figli guidano una Land Rover. I loro figli guideranno una Land Rover, ma i loro figli guideranno un cammello!
Dubai non potrà mai accontentarsi di niente di meno che il primo posto.

La parola “impossibile” non è nei dizionari dei leader. Non importa quanto grandi siano le sfide. La fede, la determinazione, e le forti decisioni le supereranno.

Dubai è il progetto di un ambizioso emiro che ha voluto trasformare un villaggio di pescatori di perle in una città che facesse invidia al mondo intero.
A Dubai tutto è al primo posto. A Dubai, c’è tutto quello che un europeo non è abituato a vedere.Dubai, un villaggio di pescatori di perle che in cinquanta anni è emersa dal deserto e si alimenta con investimenti da capogiro. Dubai una città dalle mille sfaccettature, basta cercare quella che più ci gusta. Dubai la città dei record dove i nuovi grattacieli sono costruiti per essere energicamente autosufficienti, per non dipendere dal petrolio ma dal commercio e dal turismo. Una cultura che si mischia ad altre cento e tutti vivono in modo armonioso, rispettandole regole di chi le impone, per comando, per soldi. Entusiasti di questo viaggio, noi difficilmente torniamo in luoghi già visitati, ma lo stupore che ci ha lasciato Dubai va oltre. Ciao a tutti.

 

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Viaggio in moto “il cammino di Santiago de Compostela”, giugno 2012

Report del viaggio in moto in Spagna seguendo il Camino di Santiago de Compostela.

L’inizio del cammino a Roncisvalle.

Viaggio in moto in Spagna seguendo il

Camino di Santiago de Compostela.

15 giugno – 28 giugno 2012

Km percorsi in totale 6.600.

Moto pronta alla partenza

 

Questo è il primo giro in moto all ’estero fatto con Flavia. L’idea, come sempre, è venuta a Lei. Volevamo visitare la Spagna, e prendiamo spunto da questo itinerario per vedere la parte nord ancora mai vista, in quanto siamo stati già con auto a noleggio nella parte centrale, e nell’Andalusia. Pianifico per bene l’itinerario da percorrere, seguendo possibilmente il cammino che fanno i pellegrini a piedi attraverso i vari siti internet dedicati.

 

Venerdì 15 giugno

 Per una serie di problematiche inerenti il lavoro, io parto da solo alle ore 13.00, seguendo la costa tirrenica tramite la via Aurelia. Arrivo a Ventimiglia alle ore 20:30 circa, e vado a dormire in un albergo che conoscevo, avendo soggiornato lì nel 2009 durante il giro della “Ruote de Grands Alpes”. Giornata soleggiata, km percorsi 700.

Sabato 16 giugno

 Il mattino seguente, varcato il confine di stato, percorro tutta l’autostrada Francese passando per Marsiglia, Montpellier, Narbonne, Tolosa, Lourdes e infine Irun, città costiera che si trova metà in Spagna, e metà in Francia. Riesco a trovare un albergo a tarda sera e lì finisce la giornata. Giornata soleggiata, km percorsi 980.

Domenica 17 giugno

Continuo l’autostrada fino a Bilbao, lì esco e percorro stradine secondarie per arrivare all’aeroporto di Santander dove alle 13:00 atterra l’aereo da Ciampino con Flavia. Baci, abbracci saluti, carichiamo i bagagli e ci dirigiamo a San Jean Pied de Port, la cittadina francese dove ha inizio il “camino de Santiago de Compostela”. Fino a Miranda de Ebro percorriamo stradine di montagna, Portillo de Lunada mt. 1400, è uno dei valichi attraversati.  Poi Autostrada fino a Pamplona e infine la Nazionale 135 per arrivare a destinazione. Dopo aver trovato sistemazione per la notte, ci rechiamo all’ufficio dove rilasciano le “credenziali ”, ovvero tutte le informazioni relative agli ostelli lungo il percorso in cui i pellegrini posso mangiare, dormire ,rifocillarsi. Inoltre mediante una timbratura attesta che voi siete passati lì e all’arrivo a Santiago il certificato che attesta che siete arrivati. Avendo noi dichiarato che effettuavamo il percorso non a piedi bensì in motocicletta …….. ci sono state gentilmente rifiutate! Andiamo a cena in un caratteristico locale dei pellegrini, e accanto al nostro tavolo due signore olandesi di oltre settantacinque anni ci parlano del loro cammino dall’Olanda fino a Santiago a piedi!!!! Giornata soleggiata, km percorsi 370.

 

Lunedì 18 giugno

 Inizio del nostro ”cammino” in moto” , passando per la citta di Roncisvalle per arrivare a Pamplona. Qui visitiamo la cattedrale, la famosa piazza Castle Square, e la fortezza. Proseguiamo per il Puente della Reina, una delle località più significative del cammino, a seguire Los Arcos , Lagrono e Santo Domingo della Calzata. Arriviamo a Burgos in tarda serata. Giornata soleggiata km percorsi 350 circa.

Martedì 19 giugno

Questa mattina la dedichiamo alla visita della città di Burgos. Iniziamo dalla famosa piazza Mayor, 6000 mq. , circondata dai migliori alberghi, bar , ristoranti. Ci spostiamo nella sontuosa cattedrale, e poi passeggiamo nei vicoli del centro storico. Proseguiamo il cammino per Hornillos del camino, Castrojerez, Corrion de los Codes , Bercianos, Pellegos, arrivando a Leon. In questo tratto tra le mesetas ti trovi a percorrere decine di km senza il nulla intorno. Campi di grano e girasole che si perdono all’orizzonte. Noi con la moto abbiamo percorso il sentiero che fanno i pellegrini, passando accanto in maniera di non disturbarli, e fermandoci ogni tanto a qualche fontanile a salutare coloro che si rinfrescavano. Giornata soleggiata. Km percorsi 220.

Mercoledì 20 giugno

Mattinata alla visita di leon. La maestosa cattedrale, la Real basilica, e il centro storico. Continuando per il cammino attraversiamo molti siti dove ci sono gli”Hospital” le strutture dove si riposano i pellegrini durante la notte, e vengono loro serviti pasti caldi e dove possono lavarsi. Rabanal, Molinaseca, Villafranca del bierzo, Tricastela, Sarria . Arriviamo in tarda serata a Santiago di Compostela, dove pernottiamo. Giornaya soleggiata. Km percorsi 350 circa.

Giovedì 21 giugno

Oggi passiamo l’intera giornata a Santiago. In primis la cattedrale che è il punto di arrivo di tutti i cammini. Poi la piazza antistante “obradoiro”. Facciamo un giro al mercato per mangiare prodotti locali, ci dirigiamo poi a plaza de Cervantes. Rimaniamo seduti qui per tutto il pomeriggio. Questa piazza si trova prima del rettilineo finale che porta alla cattedrale, e lì che tutti i pellegrini passano dopo aver percorso gli ottocento km che li separano dalla partenza. Vedere queste persone con gli zaini carichi, cotti dal sole, con gli sguardi persi che camminano in automatico, emozionante. Giornata soleggiata.

 

Venerdì 22 giugno

La destinazione di oggi è “Finisterre”, la fine delle terre, sull’oceano atlantico. Sono cento km che la separano da Santiago, e molti viandanti arrivano lì a completare il loro cammino. C’è una conchiglia che segna il km zero.  Continuiamo il giro lungo la costa nord atlantica per La Coruna, Ferrol,  Gijon. Oggi una pioggerellina ci accompagna per quasi tutta la giornata. Percorsi 510 km.

Sabato 23 giugno

Sempre lungo la costa raggiungiamo Bilbao. Una visita al celeberrimo museo “Guggenheim”. Nel pomeriggio seguendo strade nazionali dei paesi baschi, passiamo a Vittoria Gasteiz, Pamplona e arriviamo nei Pirenei a Biescas. Giornata soleggiata. Km percorsi 400.

 

Domenica 24 giugno

Iniziamo la traversata dei Pirenei passando per Puerto de Cotefablo a quota  mt.1423, proseguiamo per il parco nazionale de Ordesa e monte Perdido e vedo una stradina che si arrampica su un monte. Imbocchiamo sullo sterrato e arriviamo ad un paese si chiama Sercuè. Sulla piazzetta principale con un artigiano che lavora il legno ci intratteniamo a parlare della vita sulle montagne. E’ un ebanista e compriamo un paio di forchettoni per la pasta. Scendiamo e ci avventuriamo nella gola del Canyon de Anisclo. Spettacolari dall’alto, suggestive dal basso, attraversandole tramite una stradina che le risale con la moto. Continuiamo per le magnifiche strade dei Pirenei, fino a Ecalona. Proseguiamo, Lafortunada, Salinas de Sim, Plan. Qui sembra che la strada valichi il confine e porta in Francia. Per proseguire dobbiamo tornare indietro di circa 120 km. Sulla cartina vedo una strada sterrata e chiedo a dei passanti se è percorribile. In 25 km raggiungerei Chia e risparmio 120 km. Uno del posto ci guarda in modo strano e ci dice che la strada è tutta sterrata. Si arrampica sulla montagna, molto sconnessa e scende dalla parte opposta. Dice che con le auto 4×4 è percorribile, voi con la moto, valigie, in due…storceva il naso. Mi indica la direzione, proviamo dico a Flavia, al limite torniamo indietro. Tutto sommato la strada era percorribile, alcuni tratti ostici ma i panorami hanno abbondantemente ripagato la fatica. Arriviamo a Chia dove pranziamo con due panini. Riprendiamo il tour, Castjon de Sos, passo Fadas, passo de Espina, Viheila, Salardo, Baqueira famosa stazione sciistica, passo de la Bonaigua, Sort,  col de Canto’ , La Seu d,Urgell per approdare ad Andorra a sera tarda. Trovato hotel centralissimo. Una bella cena e passeggiata. Giornata meravigliosa. Soleggiata. Km percorsi 318.

Lunedì 25 giugno

Dopo una ricca colazione si riparte per il passo D’Envalira, a quota 2400 metri, dai 34 gradi di Andorra li su c’erano appena tre gradi. Naturalmente abbiamo evitato il tunnel e abbiamo percorso tutti i tornanti fino in cima. A Grandvalira passiamo accanto ad un museo delle moto ma era chiuso. Ora siamo in Francia. Proseguiamo per Ax le Termes, col du Pratel, Limoux e Carcassonne. Piccolo Stop per panino, poi Bezier,Montpellier, Avignone, e siamo a le Coustellet. I campi di lavanda si perdono a vista d’occhio.  Siamo in Provenza. Strade bellissime, un continuo saliscendi sulle colline che si stagliano all’orizzonte. Visitiamo il museo della lavanda con tutta la storia e le macchine antiche con cui si lavorava la lavanda, dalla raccolta alla produzione della colonia. Troviamo un piccolo hotel a conduzione familiare per la notte. Giornata soleggiata. Km percorsi circa 550.

Martedì 26 giugno

Simo in Provenza e non ci lasciamo sfuggire dalle meravigliose e impressionanti “Gole del Verdon”. Formate dal fiume Verdon che nei millenni ha scavato la roccia in alcuni punti a strapiombo per settecento metri. E’ il più grande canyon d’Europa. Acqua dal colore verde brillante, vero paradiso per gli escursionisti. Noi da Saint Crox de Du percorriamo tutta la strada perimetrale, fermandoci nei punti panoramici con viste mozzafiato. Un vero spettacolo della natura. Arriviamo a Castellane, dove incrociamo la mitica”Route de Napoleon”, strada che da Grenoble arriva a Cannes. Per noi motociclisti una vera delizia. Arrivati a Cannes, continuiamo sulla costa azzurra Nizza, Montecarlo, ed Infine Ventimiglia. Dopo due settimane di tapas e mangiare francese, ci concediamo due spaghetti alle vongole e piatto di crostacei! Per dormire torniamo nello stesso albergo in cui avevo dormito da solo all’andata, hotel Seagul. Giornata soleggiata. Km percorsi 490

Mercoledì 27 giugno

 

Siamo in Italia, direzione casa via autostrada, la via Aurelia è troppo trafficata. Da Ventimiglia, Imperia, Savona, Genova, La Spezia, Viareggio. Qui usciamo direzione Lucca per visitare la bellissima cittadina. Arriviamo alle undici. Parcheggiata la moto ci infiliamo nel centro storico, e visitiamo tutti i maggiori monumenti, piazze, chiese, torri, fino a sera. Cerchiamo un albergo in centro vicino al parcheggio della moto e pernottiamo lì. Giornata soleggiata. Km percorsi 350 circa.

Giovedì 28 giugno

Oggi si torna a casa. Tutta una tirata di 400 km e siamo a casetta nostra.

 

Epilogo. Gran bel viaggio. Primo fatto con la Gs adv. Nessun problema alla moto. Nessun problema a noi. Sempre tempo soleggiato con temperature a volte sui 35 gradi. Solo un giorno a nord della Spagna una leggera pioggerellina ci ha accompagnato. Durante il percorso abbiamo incontrato tanti viandanti che effettuavano il lungo viaggio. Siamo sempre stati attenti quando li sorpassavamo di non disturbarli, specialmente nei tratti di stradine strette e sterrate. Bellissimi paesaggi in Spagna. I Pirenei attraversati dal lato spagnolo, meritano un giro anche dal lato Francese. La Provenza poi con tutti quei campi in fiore, uno spettacolo. Le gole del Verdon incanto della natura. La costa Azzurra, che dire sempre affascinante. Lucca una città che sembra di stare nel medioevo. La Spagna sempre bella.

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Elefantentreffen in moto, gennaio 2016.

 

Report del viaggio in Germania a Solla dal 28 al 31 gennaio 2016.

L’elefantentreffen, è un celebre raduno motociclistico  invernale che si tiene nella foresta di Thubmansbang-Solla, in Germania, ai confini con la Cecoslovacchia, dal 1956. La data è sempre a fine gennaio. E’ caratterizzato da temperature sempre al di sotto dello zero, presenza di neve, e la location è una vecchia cava in disuso nella foresta. Mediamente partecipano quattro- cinquemila motociclisti.

Ciao, andare all’Elefantentreffen era una cosa che mi incuriosiva da parecchio tempo.

La partenza per l'Elefantentreffen
La partenza per l’Elefantentreffen

Anno dopo anno si rimandava , l’anno scorso ci sono andato vicino, ma una nevicata il venerdì mentre mi trovavo a Canazei mi ha bloccato e sono dovuto tornare a casa.

Per quest’anno era deciso che ci dovevo andare, era tutto pronto, ma una settimana prima la triste notizia di una riunione di lavoro proprio il venerdì.

Accidenti ancora rimandare.

Rifornimento a TrentoPoi mercoledì pomeriggio mi arriva un messaggio, la riunione è rimandata a lunedì prossimo. Ma allora posso partire! La moto segna 159.000 km e avevo già acquistato tutto il materiale per il tagliando. Vado a casa cambio l’olio, il filtro dell’olio, il filtro dell’aria, l’olio del cambio, l’olio del cardano, le candele, la cinghia dell’alternatore.

Controllo le pastiglie dei freni ma per altri 3-4mila km. vanno bene. Aggancio le valigie , lego la tenda , sacco a pelo da alta montagna, …. pronti via.
Giovedì mattina alle sette sono già in viaggio; giornata bellissima!

Tappa colazione a Orte, tappa panino a Trento, alle 15:30 sono a Monaco. Percorsi 930 km.
A Trento trovo 12 gradi, a Monaco addirittura 16! Vedo dall’autostrada un albergo, esco e trovo la camera 49,00€. Ho pensato di fermarmi qui in modo che domani devo fare ancora 170 km arrivando di mattina posso fare le cose con calma.

Dopo la doccia alle sei ero già in strada per trovare un locale per cenare e dopo 100 mt. lo trovo. Stinco gigante con patate e dolce alla panna e cioccolato ovviamente annaffiati con boccale di birra.

La mattina successiva me la prendo con calma alle dieci arrivo a Solla. Sulla strada incontro decine di altri motociclisti. L’impatto non è dei più rosei. La fila delle moto parcheggiate fuori dalla buca arriva già a 700-800 metri. Vado oltre fino alla reception, parcheggio temporaneo per fare il biglietto. Trattasi di euro venticinque che ti danno diritto a: un posto tenda , l’ingresso della moto, l’ingresso per una persona, un adesivo, una medaglietta piccolissima, un opuscolo in tedesco.

Io me ne guardo bene di andare dentro la buca con la moto. Già all’ingresso si pattinava poi la buca è tutta in discesa. La lascio fuori e per fortuna trovo un posto a cinquanta metri. Scarico i bagagli e inizio a trovare un posto nel pianoro per non scendere giù, ma è tutto pieno.

Mentre giravo trovo un gruppo di italiani ai quali chiedo se potevo mettermi dietro la loro grande tenda. Subito mi sparano si va bene …. ma porta 5 birre. OK rispondo al volo, però mi prestate anche la pala per spalare la neve dove piazzare la tenda.

La tenda parzialmente montata.

Vado a comprare la paglia per un migliore isolamento e monto il tutto. Sistemata la tenda passo tutta la giornata a passeggiare sulla strada principale dove arrivano uno dopo l’altro altre moto e poi mi sono fatto diversi giri in tutta la buca per rendermi bene l’idea di cosa è l’Elefantentreffen.
La buca è fatta a gradoni con una strada sterrata che arriva fino in fondo. Poi ci sono diverse stradine laterali. Neve (poca quest’anno) e fango ….tanto fango.

La temperatura era circa 6 gradi. Tende, tantissime piccole , medie, grandi, tendoni ancora più
grandi. E le persone, in maggioranza gente di età piuttosto avanzata. Tutti attorno ad un fuoco acceso in molti casi con una pentola sopra che chissà cosa conteneva. E poi birra, tanta birra! Tutti intenti a chiacchierare.
Le moto accanto alla tenda parlavano da sole, piene di fango, attrezzate con le più disparate tecnologie per trasformarle in furgoncini da carico. Molti personaggi vestiti alla carnevalesca, più che un motoraduno sembrava un girone dantesco.

Guerrieri a pranzo.

Intanto mi chiedevo: ma che senso ha tutto ciò? Stare uno, due, tre giorni li dentro arrampicati
sulle sponde della buca .
Più giravo più il mio concetto di Elefantentreffen diventava negativo.
Mia personalissima opinione: sembrava un branco di sbandati. A occhio e croce potrebbero essere 3-4mila. Senza corrente, senza acqua, senza bagni. Anzi i bagni chimici c’erano sulla strada principale.

Uno per gli uomini e uno per le donne. Avete capito bene N. 2 bagni per 4000 persone!!!!!!!!
Prezzo un euro per entrare.
Vi lascio immaginare la mattina che sono andato via la fila dove arrivava.
Il resto usava il bosco attiguo.

La sera alle nove circa mi infilo dentro la mia tendina e cerco di dormire, ma le grida, gli schiamazzi, le moto rombanti che salivano e scendevano nella buca, il continuo avanti indietro di personaggi improbabili, hanno reso la notte abbastanza tragica.

La tenda pronta per l’uso.

Come inizia ad albeggiare spicchetto la tenda, rifaccio i bagagli, e via a casa.

La temperatura era  intorno a  zero gradi, e le strada insidiosa. Percorro cento km di strade statali, poi tutta autostrada fino a casa. Passato il Brennero la temperatura si attesta sui 12 gradi.

Cosa mi rimane di questi tre giorni. A me piace andare in moto e pur avendo percorso in tre giorni oltre 2000 km mi sento profondamente appagato.

Furgoncino porta legna!

Per quanto riguarda il raduno in se mi sembra una follia. Ma tutto è opinabile.

Motociclisti, strana meravigliosa gente!

 

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