28 agosto 2017
REPORT DEL VIAGGIO IN MOTO IN PORTOGALLO 12 giugno- 1 luglio 2017.
Massimo e Flavia In Portogallo.
Ciao a tutti, dopo essere arrivati l’anno scorso nel punto più a nord in Europa (Capo Nord), vogliamo arrivare nel punto più a ovest, Cabo da Roca in Portogallo .Abbiamo a disposizione una ventina di giorni e con partenza lunedì 12 giugno 2017 seguiremo un itinerario terrestre. Roma- Lione-Bordeaux- Lourdes- San Sebastian- Valladolid- Miranda del Duero. Da qui tutta la valle del Duero fino a Porto. Percorreremo tutto il Portogallo da Nord a Sud, fino ad Albufeira, per poi risalire a Madrid- Barcellona- Roma. Tragitto soggetto a cambiamenti.Stima approssimativa di 7.000 km di strada.Come sempre partenza avventurosa ovvero, nulla di prenotato.Giornalmente cercherò di postare delle foto con relativo report. Ciao a presto.
12 giugno, primo giorno.
Alle sette siamo pronti per la partenza. Imposto sul navigatore Lione, passiamo al bar per la colazione, pieno di benzina e si parte. Prima tappa al Cantagallo dopo 380 km. Caffè, benzina. Seconda tappa Torino, panino e benzina. Bardonecchia, traforo del Frejus, Modane, Chambery e Lione, terza tappa, caffè e benzina, dato che era presto proseguiamo fino a Clermont Ferrand. Vediamo sulla destra un hotel Ibis, scendo a chiedere e la camera compresa la colazione viene 51 euro. Presa. Sono le otto e mezza e accanto vediamo un ristorante con pizzeria, con la fame che abbiamo ok. Giornata calda, a Torino c’erano 34 gradi. A Lione 35.5. Percorsi 1220 km. Anche nelle giornate di trasferimento da sopra la moto i panorami non mancano
13 giugno, secondo giorno.
Stamattina alle otto eravamo già in sella, percorsi circa 600 km per raggiungere Lourdes. Arrivati alle due e passato circa tre ore e mezza per la visita al santuario. C’era pochissima gente quindi abbiamo fatto tutto il giro con calma. La giornata era soleggiata e la temperatura intorno ai 30 gradi. Ripartiti alle 18:00 e dopo altri 190 km fatto tappa in Spagna a San Sebastian, bellissima cittadina sull’oceano Atlantico. Cercato un albergo sul promontorio e trovato al volo, Leakueder. Cenato in locale caratteristico spagnolo affamati visto che oggi niente pranzo !!!!!!! Ciao.
Lourdes
14 giugno, terzo giorno.
Questa mattina ci svegliamo tardi, sono le otto, scendiamo per la colazione e la cameriera ci accoglie in una terrazza vetrata con vista mare. Bellissima. Su un tavolo ad angolo sono in bella vista tutte le cose che si possono desiderare per una colazione con i fiocchi. Ottanta euro ben spesi. Lasciamo l’hotel con direzione Salamanca, ci sono da fare 480 km. Percorriamo una stradina per una ventina di km, che costeggia il mare sul promontorio, poi autostrada. La temperatura inizia a salire e si attesta sui 32. A Burgos diventano 35 e addirittura a Miranda del Duero alle diciannove e trenta, la GS ha la febbre, il termometro segna 37 e mezzo.
A Salamanca ci fermiamo per 4 ore per la visita alla città. Le due cattedrali, nuova e vecchia. La piazza maggiore, il centro storico, il convento di santo Stefano, il ponte romano, il palazzo delle conchiglie. Ci portiamo in Portogallo a Miranda del Duero dove c’è un canyon dove è possibile fare escursioni in barca ma è tardi, sono le otto facciamo altri 50 km e ci fermiamo a Mogadouro, dove troviamo una pensione con annesso ristorante. Il “ cucinero” mi propone una fiorentina alla brace…..accettiamo, ottima. Percorsi oltre 600 km. A domani.
15 giugno, quarto giorno.
Oggi sono previste temperature bollenti, quindi trasgrediamo alle più elementari norme di sicurezza. Le tute (estive) nelle valigie, jeans e maglietta a maniche corte. Andatura turistica per iniziare la visita della Valle del Douro. Dopo aver pagato la pensione comprese due colazioni euro 35,00!!!!!!! (tanto valeva), proseguiamo per Salto de Saucelle e poi Figueira de Castello Rodrigo. Le strade sono perfette, traffico zero. Visita alle rovine del Castello e poi direzione Vila Noa de Foz Coa. Qui ci fermiamo per una visita alla Chiesa ma vediamo un tendone attrezzato come se ci fosse una festa.
All’improvviso iniziano ad arrivare dei gruppi di motociclisti, la piazza inizia a riempirsi, pensavo ad un raduno, ma oggi è giovedì, chiedo e mi rispondono che passa il giro del Portogallo. 1900 moto che fanno un giro di quattro giorni. Dico a Flavia defiliamoci che qui sarà una bolgia, infatti procedendo verso Pinhao li ho incontrati tutti, e tutti salutavano!!!!!!! Da qui seguendo il corso del fiume arrivo a Peso de Regua, la temperatura arriva a 39 e decido di salire su per Lamego, tramite una strada secondaria dove arriviamo in cima dopo una serie di curve interminabile. Visitiamo il santuario e ci regaliamo momenti di frescura. Scendiamo dalla parte opposta tramite stradine secondarie e torniamo in fondo valle. Proseguiamo sulla strada che costeggia il fiume fino al Castello de Paige, che attraversiamo , e ci portiamo sulla 108 che dopo altri 40 km curvosi conduce a Porto città.
La valle del Douro, una valle incantata. Quando sulle strade raggiungi i punti del Belvedere, ogni volta è una meraviglia. Poi fatta con la moto te la godi ancor di più. La strada è tutta una curva. Non per questo è classificata patrimonio mondiale dell’umanità. Arrivati a Porto punto in centro, sono le nove. Abbiamo percorso oltre 300 km di tornanti. Siamo stanchi,niente pranzo, vedo un albergo, ma è al completo, un altro al completo, il terzo al completo…….apro booking e prenoto on line tramite navigatore mi faccio portare a destinazione ma fatti cento metri “ arrivo”! Abbastanza lussuoso. Lasciamo i bagagli e vado a parcheggiare la moto nel retro, poi subito a cena. Stiamo due notti, domani niente moto
16 giugno. Quinto giorno.
Oggi turismo a piedi. La moto in garage. Andiamo a visitare la città. Porto è una città abbastanza piccola, e per quello che c’è da vedere una giornata è più che sufficiente. Iniziamo con la Chiesa e la torre Dos Clerico, dalla cui sommità si gode di un panorama a 360° sulla città. Accanto la libreria di “lello”, considerata la più bella del mondo, con uno stile architettonico misto gotico liberti, con all’ interno una scala in legno a otto davvero pregevole. Proseguiamo per l’Avenida Dos Aliados fino al palazzo comunale. Continuiamo il giro per le varie chiese, fino alle due più importanti la basilica, e la Chiesa di San Francesco. Non ci facciamo mancare la stazione dei treni rivestita all’interno con più di ventimila piastrelle azzurre- blu disegnate, che raccontano la storia dei mezzi di trasporto fino al treno.
Scendiamo poi nel caratteristico quartiere Ribeira in riva al fiume Duero da dove si ammira il ponte Luiss interamente in ferro. Una gita in barca sul fiume con annessa degustazione del prestigioso vino locale il “Porto” fa parte del giro dei turisti e noi li seguiamo. Saliamo sul ponte lo attraversiamo e ci troviamo a Vila Nova de Gaia da dove si gode di un punto panoramico sul fiume senza eguali. Torniamo indietro attraverso i vicoli della città vecchia stanchi e affamati , e ci sediamo in un locale tipico per gustare la specialità locale, il baccalà. A domani.
17 giugno. Sesto giorno.
Dopo una bella dormita tonificante, lasciamo Porto, e ci dirigiamo a Coimbra. La temperatura stamattina è nella norma 24 gradi. Invece di fare la strada diretta do al navigatore istruzioni di percorrere “strade tortuose”. Passiamo sul maestoso ponte Luis e mi porta tramite la n222 al Castelo di Paiva, sempre costeggiando il Douero. Da lì tramite la 224 a Vale de Cambra. La cittadina è in festa e mentre usciamo ci vengono incontro un centinaio di motrici di autoarticolati, tutte addobbate, sicuramente dirette alla cittadina. Tutti che suonavano facendo un baccano infernale. La strada cammina dentro un bosco di eucalipto a perdita d’ occhio. Per fare 100 km abbiamo impiegato tre ore tanta era la tortuosità del percorso. È mezzogiorno, la temperatura è salita di parecchio, apro la cartina e punto sulla costa. Andiamo a pranzo sul mare a Gafanha de Encarnacao.
Arrivati all’una e trenta,una duna chilometrica alta una ventina di metri copre la vista dell’ oceano, ma utilizzando le passerelle quando arrivi in cima lo sguardo si perde nell’ orizzonte del mare di fronte, e della spiaggia ai lati. Ottimo pranzo a base di baccalà con una spesa minima , 20 euro per tutti e due. Riprendiamo per Figueira da Foz, attraverso una strada di 50 km circa che passa all’ interno di un bosco, visto che i gradi Celsius sono 37. Fatti pochi km diventa sterrata buona, sterrata con pietrisco, sterrata con buche, e poi con sabbia. A velocità ridottissima riusciamo a guadagnare l’asfalto! Arrivati a Figueira il caldo aumenta, puntiamo su Coimbra e quando entriamo in città il termometro segna 40!!!!!! Subito ci dirigiamo al polo universitario dove ci sono da vedere tante cose. Per prima la biblioteca ubicata in un palazzo con temperatura e umidità controllata 20 gradi ,(accidenti e chi esce da qui). Poi la cappella, la torre, il palazzo del re.
Usciamo alle sei e mezza e ci dirigiamo al sito archeologico di Conimbriga, una città fondata dai romani e incappiano in una festa sull’antica Roma . Tende, gente in costume, canti, balli , rappresentazioni teatrali, dromedari, e tutto quanto concerne gli usi e costumi dei romani.. Quando hanno capito che venivamo da Roma, ci hanno coinvolto negli assaggi di pietanze varie specialmente vino e birra. Si è fatto buio e noi ancora non cerchiamo l’albergo, torniamo indietro a Coimbra e ci si para davanti un Ibis nuovo di zecca. Con 61 euro e 6 di garage siamo a posto. Buonanotte. Percorsi 300 km.
18 giugno. Settimo giorno.
Lasciamo l’albergo e ci dirigiamo con la moto al centro storico di Coimbra. E’ domenica mattina, gira pochissima gente, parcheggio dei fronte alla cattedrale, poi ci spostiamo a piedi per i vicoli, ma come d’incanto le strade iniziano a riempirsi di turisti. Ci spostiamo dall’altra parte della città, e passando sul ponte di Santa Clara arriviamo al convento di San Francisco. Di fronte il monastero di Santa Clara nuovo, e poco sotto quello vecchio. Facciamo un giro veloce e ci trasferiamo a Tomar su di una strada statale, vediamo a sinistra una colonna di fumo molto alta, poi ai fianchi altro fumo, pensiamo subito ad un incendio di un bosco. Poco dopo la polizia che ha chiuso la strada ci devia su un percorso alternativo.
All’arrivo a Tomar ci chiama nostro figlio e ci informa di cosa sta succedendo in Portogallo volendo rassicurazioni circa la nostra posizione. Intanto anche oggi la temperatura è alta 39- 40 gradi. Visitiamo la Chiesa di San Giovanni, e poi il grandioso complesso del convento dell’ ordine di Cristo, patrimonio dell’Unesco dal 1983. Ci trasferiamo poi a Fatima, imponenti le due chiese e immenso il piazzale. Da qui a Nazare’ incantevole paesino su di un promontorio che si affaccia sul mare. La temperatura si fa più umana, intorno ai 27 gradi. Sono le cinque e facciamo pranzo e cena insieme. Un giro turistico e direzione Obidos, altro paesino caratteristico per via delle casette tutte dipinte e ben conservate, circondato da una cinta di mura di fortificazione percorribili a piedi, se non avete le vertigini, perché senza parapetto!!!!
Continuiamo verso Peniche per affacciarsi sulla scogliera, e poi direzione Sintra, ma dopo pochi km. La stanchezza ci ferma in un paesino Lourinha. Vedo la scritta hotel, la signora gentilissima ci mostra la camera bellissima al piano terra. La moto ce la fa mettere accanto alla porta d’ingresso e ci dice che c’è anche la piscina. Noi stanchi una doccia e a nanna. Percorsi 250 km.
19 giugno. Ottavo giorno.
La giornata si preannuncia calda. Ci dirigiamo a Sintra tramite strada costiera, sono 70 km, ce la prendiamo con calma e arriviamo alle 10. La piazzetta di Sintra è gremita di turisti. Parcheggio in uno spazio tra due alberi e iniziamo la visita del Palacio National de Sintra, posto sula piazza stessa. Usciamo e con la moto ci rechiamo 4 km più su dove si trova il castello Dos Muoros, e accanto il palazzo National da Pena. Non fatevi ingannare dal termine palazzo, sono dimore reali e per visitarle ci vogliono 2- 3 ore l’una. Da qui ci trasferiamo alla “ Quinta da Regaleira “ altra meraviglia e poi “ Monserate Palace” da non perdere. Sono le sei manca ancora il convento dei Cappuccini, per arrivarci bisogna percorrere 15 km di strada dentro un bosco e arrivare in cima al promontorio.
Dopo è la volta del punto più a ovest d’ Europa, Cabo da Roca, ma arrivando sul piazzale lo vedo gremito di persone. Giriamo la moto e ci arrampichiamo tramite strada sterrata, su un monastero da dove il panorama supera di gran lunga il capo. Arrivati in cima con la strada davvero dissestata ci ferma la forestale e ci dice che qui solo gli autorizzati possono passare. Scatto due foto e ci defiliamo. Scendiamo dal promontorio e tramite la 247 passiamo a Cascais cittadina davvero bella. Un giro veloce e direzione Lisbona dove arriviamo alle nove. Albergo trovato al volo con booking, con garage al seminterrato. Staremo qui tre notti. Due giorni interi da dedicare a Lisbona.
20 giugno. Nono giorno
Oggi tour de force a Lisbona. La moto in garage. Giornata sui 30 gradi, si respirava. Iniziamo dal castello di Sao George, poi Miradouro nostra signora, scendiamo dalla collina e ci addentriamo nel famosissimo quartiere Alfama. Saliamo sul tram della linea 28 che fa il giro dei posti caratteristici della città, arrampicandosi negli stretti vicoli, e scendendo dalle ripide stradine. Ci spostiamo lato mare verso la torre di Belem, a seguire il monastero di Jeronimo. Accanto al monastero il giardino tropicale, e davanti la pasticceria Belem da cui non puoi sottrarti per gustare i pasticcini .Torniamo in centro e saliamo sul Miradouro di Santa Lucia. Sono le dieci. In albergo.
21 giugno. Decimo giorno.
Continua il tour della città. Iniziamo con l’ocenarium ci spostiamo poi nei quartieri Chiaro, e Barrio. Un caffè nel bar in via Jarrett, obbligatorio. Poi Chiesa di San Rocco (da non perdere), Chiesa dei martiri, teatro, trindade, museo archeologico do carme (da vedere). Chiesa di sant’ Antonio, cattedrale e museo. Ripassiamo nel quartiere Alfama, poi ultimo sito museo Gulbenkian, anche questo da non perdere. Ci fanno uscire alle sette e rientriamo in albergo a piedi 5 km. Lisbona è una città che ci è piaciuta moltissimo. Si mangia bene, è poco trafficata, abbastanza pulita, ha temperature miti. Solo un difetto…. È piena di turisti. Dove vai vai li trovi. Noi compresi. !!!!!!
22 giugno.undicesimo giorno
Stamattina levataccia mattutina. Alle cinque siamo in piedi. Ci aspettano circa 1200 km……. al volo ……….. sempre rimanendo in Portogallo. Prendiamo la direzione aeroporto di Lisbona. È da lì che alle sette parte il volo per Madeira, l’isola di smeraldo situata di fronte alle coste marocchine, ma facente parte del Portogallo. Lascio la moto in uno dei parcheggi custoditi, e loro mi accompagnano in aerostazione. Ritorno domani sera alle cinque. Il volo parte in perfetto orario e alle otto e tre quarti atterriamo a Funchal, il capoluogo dell’isola. Prendiamo un’automobile a noleggio per visitare l’isola. Da Funchal subito ci dirigiamo a cima barrio . La strada è ripida e piena di tornanti, ma qui trovare un rettilineo non è facile, arrivati a quota 1450 parcheggiamo al miradouro, il punto panoramico.
Da una parte il mare, dall’altra le cime frastagliate delle montagne accanto. Scendiamo e tramite la strada costiera, (che sulla cartina sembra passare sulla costa, ma in realtà sta molto più in alto) passiamo in un villaggio di pescatori , Camara de Lobos, per poi dirigerci a Cabo Girao. Si tratta della seconda scogliera più alta del mondo, 600mt. circa. Il panorama è stupendo. Hanno costruito un’impalcatura di acciaio con pavimento in vetro che sporge al di fuori della falesia, i più coraggiosi possono camminarci sopra per provare il brivido del vuoto. Proseguiamo e a Ribeira Brava deviamo per la 104 che taglia l’isola trasversalmente per portarci al lato nord. A Sao Vincente siamo sul mare e girando a sinistra vogliamo per percorrere la 101, una delle strade più belle e pericolose dell’isola.
Cammina a ridosso della falesia per cui e facile essere colpiti da sassi che cadono giù. In certi punti puoi farti il lavaggio gratis della macchina dall’acqua che cade a mò di cascata sulla strada. In parecchi punti vista la reale pericolosità l’hanno chiusa al traffico veicolare, ma si può percorrere a piedi. Un carrello grandissimo indica che è a proprio rischio e pericolo. A Ponta do Tristao arriviamo al punto più a nord. Proseguendo per Ponta do Pargo siamo al punto più a ovest, scendiamo a Calheta e ci fermiamo a Ponta do Sol. Vedo un albergo sono le nove e mezza e il sole appena appoggiato sull’ acqua ci regala un tramonto romantico. A domani.
23 giugno. Dodicesimo giorno.
Dobbiamo visitare la parte nord-est dell’Isola e la attraversiamo di nuovo per passando per l’altopiano Paul da Serra . Panorami sempre diversi, strade attaccate al fianco della montagna che non capisco come non cadono giù. Boschi con piante di ogni tipo, come fosse un immenso vivaio. Sulla cima un parco eolico per energia pulita. Una meraviglia dopo l’altra. Ogni tornante è un punto panoramico. Arrivati a Santana decidiamo di salire a Pico Ruivo la vetta più alta di Madeira, ma una nuvola staziona sulla vetta. Proseguiamo a punta di San Lorenzo il punto più a est. Anche qui panorami senza eguali. Si è fatto tardi, rientriamo a Funchal per una visita al centro storico e un pranzetto sempre a base di baccalà.
Qui dicono che ci sono 366 modi diversi di cucinarlo. Alle quattro riconsegniamo l’auto. In totale abbiamo percorso 400 km. Alle cinque parte il volo che atterra a Lisbona alle sei e mezza. Ritiriamo la moto e ci dirigiamo a vedere una cosa che era rimasta indietro, Il ponte 25 aprile, anzi ci passiamo sopra per raggiungere Setubal a 30 km. da Lisbona. È quasi buio ci fermiamo al solito Ibis. A Madeira giornata splendida con i soliti 20-24 gradi, a Lisbona 27- 28.
Madeira un’isola bellissima. Volevamo rimanere almeno altri due giorni ma problemi di volo ci hanno fatto desistere.
24 giugno. Tredicesimo giorno.
Dopo 4 giorni di fermo oggi riprendiamo la nostra vacanza in moto. Ci dirigiamo al parco naturale da Arrabita. La strada corre in mezzo al parco e la fine è il faro de cabo Espichel. A Sesimbra ci fermiamo per visitare le rovine di un castello. Proseguiamo per il lago di Albufeira, che è diviso dall’oceano da una duna di sabbia, per cui l’acqua è salata, ma calda , e non fredda come quella del mare. Torniamo a Setubal e puntiamo verso sud, percorrendo strade locali. A Santiago do Cacem una sosta caffè e visita ad un mulino a vento ancora funzionante, alle rovine di un antico insediamento romano e alla chiesa con resti del castello medievale. Scendiamo ancora, Odemira, Aljezur, Monte Ruivo, Vila da Bpo. Da qui devio verso il mare percorrendo molti km di strada sterrata, addirittura per 5-6 costeggiando la scogliera. Arriviamo a Capo Sao Vicente dove la strada finisce. Torniamo indietro e andiamo al promontorio successivo, Fortalezza de Sagre.
Sono le otto e proseguiamo per Sagres a cercare un stanza, ma dopo 4-5 richieste tutti ci danno al completo. Ci spostiamo al paese successivo, uguale. Apro booking e mi dà una stanza in albergo a Lagos, a 28 km. Ok andiamo. Arriviamo e l’albergo si trova in centro storico, chiuso a quest’ora. Mi devo raccomandare al vigile di spostare le transenne e farmi passare per fare gli ultimi 400 metri. Lagos un paese pieno di turisti. Sicuramente inglesi, francesi, tedeschi comunque nord europei. Tanti locali, pub, ristoranti, negozi. Un via vai per le stradine del centro storico. Davvero ben tenuto. Noi scegliamo un localetto caratteristico per cenare con zuppa, e dessert. Il gelato dal classico gelataio italiano piemontese. Oggi giornata soleggiata. Temperatura dai 22 ai 27 gradi. Ventosa sull’oceano. Percorsi circa 500 km.
25 giugno. Quattordicesimo giorno.
È domenica, sono le otto, il paese dorme, è vuoto. Noi con la moto percorriamo le viuzze del paese. Visitiamo due chiese, ci affacciamo sull’oceano, le spiagge sono anch’esse deserte. Puntiamo verso l’interno al parco nazionale Caldas de Monchique. Le strade sono belle, tutta natura. Imbocchiamo una sterrata indicata come “mirador” punto panoramico, ma sicuramente per un errore di incrocio ne percorriamo una decina di km, non senza qualche momento di incertezza visto che saliva e scendeva dalla montagna. Ripreso l’asfalto ci fermiamo in un bar e vista l’ora, e dato che cominciava a piovigginare, ci fermiamo un paio di ore a pranzo. Un cliente che aveva lavorato in Italia, ci racconta della vita in Portogallo.
Usciamo e ritorniamo sulla costa Albufeira, altro paese super turistico. Casette bianche basse e tanti alberghi. Spiagge …..le più belle d’Europa. Continuiamo sulla costa e raggiungiamo Faro, bellissimo borgo sul mare. Pochi turisti. Un centro storico racchiuso all’interno delle vecchie mura. Incantevole. Da qui una strada, la N2 fantastica, se capitate da queste parti non mancatela. Arrivati ad Almodovar deviamo per Mertola altro paesino che sta all’interno della valle del Guadiana. Sono le nove, e leggo un cartello “Rita affittacamere”. Mi chiede 31 euro, camera bellissima con vista sul fiume, climatizzata, moto fuori della porta. Accetto. Di corsa al ristorante con una fame da lupi. Mangiamo bene come sempre e con pochi soldi. Percorsi 300km.
26 giugno. Quindicesimo giorno.
Ci incamminiamo per la visita di questo piccolo paese Mertola. Le rovine del castello la chiesa, le torri di avvistamento, rovine di un’antica cittadina romana. Facciamo colazione in un bar della piazza e un abitante del luogo ci dice: andate a Pulo de Lobo? Flavia subito incuriosita come come? Si tratta di una cascata alta una decina di metri del fiume Guadiana, in mezzo a delle rocce grandissime. Il problema è che per arrivarci esiste una sola strada sterrata, e pochissime indicazioni. Si scende in una valle fino ad un certo punto poi bisogna lasciare la moto e fare 20 minuti a piedi. Come al solito in mezzo alla campagna sbaglio bivio e mi infilo in una fattoria. Il ragazzo mi spiega bene il percorso e alla fine riesco ad arrivare al punto indicato. Solo noi e la natura. Suggestivo.
Lasciamo il canyon e attraversando il parco arriviamo a Beja. Qui c’è da visitare il castello con la torre maschia in marmo, la più alta del Portogallo e solamente……. 184 gradini per arrivare in cima. Il panorama ripaga della fatica. Poco più a nord Evora il capoluogo dell’ Alentejo. C’è una cinta muraria che la circonda, al cui interno un centro storico da vedere. Accanto alla cattedrale i resti del tempio romano. Lasciamo la moto e ci infiliamo nei vicoli del centro storico. Bellissima città. A pieno titolo patrimonio dell’UNESCO. Lasciata Evora, passiamo a Elvas poi lasciamo il Portogallo. Arriviamo a Meridia che sono le nove. Troviamo subito in centro un hotel con tapas accanto. A domani. Percorsi 350 km.
27 giugno. Sedicesimo giorno.
Oggi giornata totalmente dedicata a Meridia. Citta fondata dai romani. Facciamo 2 biglietti intero circuito che ci permettono di visitare tutti i siti della citta di Augusto. Il tempio, il teatro, il circo, l’alcazar, il museo, l’acquedotto, il ponte, l’arco di Augusto. Il centro storico ben tenuto. Anche questa città come le altre merita una visita più approfondita. Alle sedici siamo pronti per trasferirci sulla costa est della spagna e dopo 650 km siamo vicino a Valencia. Alle ventidue riesco a trovare un ottimo albergo poco fuori Valencia, a poco prezzo e mangiato patatine e tapas.
28 giugno. Diciassettesimo giorno.
Da Valencia ci spostiamo verso Barcellona puntando verso il Monastero di Santa Maria de Montserrat sempre su strade secondarie. Bellissima la strada che sale verso l’eremo arrivando sul piazzale della basilica. Vedi questi enormi blocchi di pietra, che sembrano quasi caderti addosso. Saliamo con un trenino a cremagliera al punto panoramico superiore. Da qui tramite un sentiero molto accidentato che si snoda attorno ai “grandi massi “, si sale ancora fino alla cima da dove poter ammirare la catalogna dall’alto.
Dopo tre ore di escursione scendiamo e andiamo a visitare la basilica, il chiostro, il refettorio . Sono le tre e la prossima tappa è la costa brava. Percorriamo tutta la strada litoranea da Premia del Mar, a Tossa do Mar. Arriviamo alle sette e approfittiamo del fatto che fa notte alle dieci per visitare il paese. Antico borgo medievale, pieno di turisti. È circondato da una cinta muraria con sette torri e un camminatoio che le raccorda. Ceniamo nell’albergo prenotato a base di tapas. Percorsi 200km.
29 giugno. Diciottesimo giorno.
Siamo a Tossa do Mar e percorriamola strada GI 682 direzione nord. Arriviamo a Saint Feliu de Guixols ubriachi di curve. Bella, bella, dopo ogni curva vorresti fermarti ad ammirare il panorama. Sembrano tutte cartoline. Quaranta chilometri di goduria. La giornata come tutte le precedenti bella, temperatura sui trenta gradi. Da qui puntiamo ad arrivare a Nizza. Volevamo ripassare in Provenza dove siamo stati quattro anni fa, a giugno c’è la lavanda in fiore, ma tiriamo dritti. A Cagnes sur Mer poco prima di Nizza, deviamo e per la sera cerchiamo un b&b intorno a Vence. Lo troviamo carino in mezzo ad un bosco. Praticamente un’abitazione privata che ci concede la camera con bagno. Anche oggi 615 km. A domani.
30 giugno. Diciannovesimo giorno.
Questa mattina ci svegliamo con il cinguettio degli uccellini. Si riparte. Imbocchiamo la Route de Grenoble, bellissima strada che cammina a fianco del fiume Varo. Ci addentriamo nelle alpi Francesi, la temperatura inizia a diventare umana, 24 gradi. Ad un certo punto deviamo per la Route de la Tinee, la strada diventa tipicamente alpina e ci porta passati 4-5 paesetti ad un altro bivio prendiamo direzione Isola. Si tratta del complesso sciistico Francese di Isola 2000. Iniziamo a salire i tantissimi tornanti e arriviamo su a quota 2000 metri. Ora inizia quasi a fare freddo. Indossiamo le termiche e proseguiamo fino al passo della Lombarda, che segna il confine tra Italia e Francia, a quota 2350.
Qui il termometro segna 8 gradi freddino rispetti ai 40 del portogallo. Il panorama delle alpi è sempre meraviglioso. Scendiamo verso il paese di Vinadio e tagliamo a sinistra per arrivare al Santuario di Sant’Anna a quota 2025, dichiarato il santuario più alto d’Europa. Visitiamo il sito e parcheggiata la moto ci incamminiamo per un escursione sopra il santuario per vedere 5 laghetti. La salita richiede circa due ore, ma lo scenario che si presenta ripaga la fatica. La mattina avevamo preparato i panini per il pranzo e gustarli in cima a quota 2400 sul laghetto è stato davvero bello.
Scendiamo e riprendiamo il viaggio. Vinadio, Borgo San Dalmazzo, Cuneo, Asti, Alessandria, Tortona, Chiavari, Sestri Levante. Tutto senza autostrada. Troviamo un albergo sul mare, e dopo venti giorni due spaghetti alle vongole non ce li leva nessuno. Anche oggi giornata soleggiata. Percorrenza circa 600 km.
1 luglio. Ventesimo giorno.
Oggi ultimo giorno di vacanza, lo vogliamo sfruttare tutto. Iniziamo da Sestri dove andiamo ad ammirare la “baia del silenzio”. Tramite strada costiera 370 passiamo a Moneglia e Deiva Marina. Continuiamo fino ad arrivare al Parco delle cinque terre. Monterosso al Mare, Vernazza, Fornacchi, Volastra, Groppo, Manarola, fino a scendere a Rio Maggiore. Arrivati a La Spezia puntiamo per porto Venere, dove pranziamo a tarda ora. Inutile stare a elencare le meraviglie che vi offre tale parco. Merita sicuramente una due-tre giorni completa per visitarlo a fondo. Vogliamo arrivare a casa prima che faccia buio e gli ultimi 500 km li passiamo sull’autostrada. Anche oggi giornata soleggiata e calda.
Considerazioni finali.
Il nostro “viaggio importante” in moto quest’anno è stato preparato all’ultimo momento. L’escursione a Madeira anche. Ma considerato che viaggiavamo in Europa, non avevamo alcun timore circa eventuali imprevisti. Un itinerario di massima era programmato, ma abbiamo sconfinato tantissime volte. Inizialmente era prevista la nave Civitavecchia-Barcellona andata e ritorno, abbandonata all’ultimo momento. La moto nei 7800 km percorsi non ha dato problema alcuno. Rimboccato mezzo litro di olio motore. Tornati che il contachilometri segnava 213.000.
Anche la ricerca degli alberghi con la complicità di “booking” si è rivelata semplice. Le temperature di questo giugno erano leggermente fuori norma. A scapito della nostra sicurezza abbiamo viaggiato sempre in jeans e maglietta, tranne che nelle lunghe tratte dove indossavamo un giubbino. Tempo sempre soleggiato. Il Portogallo, un paese fantastico. Gente accogliente, mai invadente, sempre pronta ad aiutarti a darti informazioni. Mai avuto la percezione di essere in pericolo. Le strade bellissime e ottimamente tenute. Nelle escursioni lasciavamo sempre giacche e caschi attaccati alla moto addirittura una volta le chiavi della moto sulla sella e mai mancato nulla. Solamente a Lisbona ho messo la moto in garage. Altrimenti sempre fuori degli hotel, e mai problemi.
Il cibo? Squisito. In portogallo abbiamo mangiato sempre bene. Sia nei luoghi turistici, sia nei ristorantini fuori circuito. La spesa irrisoria. Al massimo 15- 20 euro per tutti e due. La mattina si partiva presto, e la sera per un motivo o per un altro arrivavamo in finale a cercare un hotel e un ristorante per mangiare. A pranzo quasi sempre un panino o frutta. Abbiamo speso parecchio per la visita ai siti archeologici, chiese, monasteri, monumenti, musei, ecc.ecc. Ma ne abbiamo visitati davvero molti! La benzina costa come in Italia.
Tutto questo non era possibile senza lei Flavia. Il mio navigatore personale. . Attento a quello…. attento a questo….gira di qua….gira di la…..andiamo a quel sito, e poi a quell’altro. A Madeira era lei che guidava la macchina, e che strade!!!!! Quando siamo arrivati a casa gli ho detto: amò mi hai fatto fare il giro dei Santuari. Lourdes in Francia, Fatima in Portogallo, Montserrat in Spagna e Sant’Anna in Italia! E lei……se te lo dicevo prima tu non mi ci portavi……
Bellissimo viaggio. Chissà dove mi porterà l’anno prossimo? Grazie a tutti voi per gli incoraggiamenti ricevuti. Le foto scattate col cellulare ……vabbe . Alla prossima e ciao a tutti.
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